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Facile dire “Il poker online è in calo”: proviamo a vedere perchè
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I dati pubblicati oggi dall’ Osservatorio del Gioco Online del Politecnico di Milano sembrerebbero ad una prima vista abbastanza impietosi per raccontare lo stato del Poker Online in Italia e sono in molti a voler ora cavalcare l’onda del “il giochino si è rotto”. Tuttavia sono molti gli spunti che invece dovrebbero far riflettere sia sul reale stato delle cose, sia su come poter migliorare la situazione e soprattutto quale strada percorrere.
Ma cominciamo dal principio. Cosa dicono questi dati?
E’ presto detto, il poker è in netto calo con un -35% nella modalità cash game e un -39% in quella a torneo. Dati che fanno da contraltare alla grande crescita invece dei “casinò online” con una crescita di ben il 63% rispetto all’anno passato, in gran parte dovuta all’introduzione delle Slot Online. C’è forse da meravigliarsi per questo? Forse no, se pensiamo che fino ad oggi il poker continua a vivere in quel limbo di legislazione che lo rende poco appetibile sul territorio (e quindi all’introduzione di nuovi appassionati) mentre possiamo trovare praticamente ovunque slot machine (dal tabaccaio al bar sotto casa).
La “crisi” dunque (oltre che economica che naturalmente incide) è certamente anche di forma. Sicuramente è calato di molto (circa il 12%) il numero di player attivi nelle room online (frutto anche di una quasi totale mancanza di “nuovi ingressi”), ma soprattutto sarebbe da porre attenzione sul COME è cambiato questo field di giocatori.
E’ lo stesso Politecnico a darci utili indicazioni. Il fatto che il giocatore “tipo” sia maschio, residente al centro-sud e di età compresa tra i 25 e i 44 anni non ci sorprende più tanto. Il fatto che due terzi dei giocatori spendano meno di 50€ (la metà dei quali anche meno di 25€) forse un po’ di più. Aggiungiamo poi che quasi la metà dei player che aprono un conto gioca solo saltuariamente (meno di tre mesi all’anno) e che solo il 15% invece risulta attiva in almeno 9 mesi nell’anno solare.
Potremmo quindi dire che sono ancora in tanti quelli che si avvicinano al gioco in maniera “Ludica”, investendo poche cifre e poco tempo nel giochino online, mentre come detto non sembra ci sia stata sufficiente ripopolazione nel mercato dei “grinder”. Questa svolta più di “divertimento” che non di lavoro nel poker online, è confermata anche dal fatto che negli eventi “freeroll”, in quelli da basso buyin (basti pensare al record assoluto di iscritti ottenuto su PokerStars in un torneo da 1€) o nei grandi tornei (domenicali o serie di MTT di alto livello) gli utenti sembrano essere ancora in numero elevato, mentre per il resto si assiste ad un crollo cronico.
Pensiamo inoltre, che in netta controtendenza vive invece il mercato del “mobile” (smartphone e tablet) dove gli operatori che si sono attivati (con un mobile site o applicazione) sono aumentati di circa il 60%. Anche questo un dato che conferma la volontà di divertirsi con il poker dal proprio dispositivo mobile e non solo passando lunghe ore davanti al PC di casa.
Infine a conferma della tesi “il poker del futuro è soprattutto divertimento“, un piccolo aneddoto. Proprio ieri sera ho chiesto a sei amici di trovarci in casa per una partitina a poker (20 euro per tutti in un SNG con birra a fiumi). Tutti hanno accettato con entusiasmo. Quando ho chiesto chi di loro però giocasse ancora online, tutti mi hanno risposto che non ne volevano più sapere perchè era troppo noioso.
La moda del poker quindi è finita? Noi crediamo di no. Forse è finita quella del poker “noioso” o “per lavoro”. E credo che gli operatori dovrebbero cominciare a lavorare in questa direzione.