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Altra mazzata sull’Operazione All-in: il tribunale di Teramo assolve player e condanna l’ADE!
2 a 0. Dopo la storica sentenza pronunciata appena una settimana fa dal tribunale di Treviso, che accoglieva integralmente il ricorso di Marco Figuccia in merito all‘Operazione All-in, anche la Commissione Tributaria Provinciale di Teramo (foto) ha dato ragione ad Alberto Musini, player abruzzese coinvolto nell’annosa vicenda e difeso, così come Figuccia, dall’avvocato “del poker” per eccellenza, Max Rosa.
La Commissione ha infatti annullato gli avvisi di accertamento emessi nei confronti del signor Musini, condannando inoltre l’Ade al risarcimento delle spese legali: “Max – racconta il suo assistito – è stato veramente fenomenale: in quarantacinque minuti di arringa ha dato veramente una lezione di diritto tributario alla commissione, sottolineando le negligenze burocratiche che ci sono ancora attorno a questo argomento.”
Musini, così come tanti altri giocatori coinvolti nell’inchiesta, ricevette la sua prima cartella esattoriale nel gennaio dello scorso anno: “Mi hanno richiesto una cifra folle. Le presunte imposte non pagate si riferivano a tutti quei tornei giocati all’estero dal 2007 al 2010, la maggior parte di questi in Slovenia. Accolgo questa sentenza con estrema soddisfazione: ora vedremo se l’Agenzia delle Entrate farà ricorso. A mettere una pietra tombale su questa vicenda credo e spero sarà la Corte di Giustizia Europea, che si è già espressa in nostro favore, e che entro fine anno stilerà una sentenza definitiva su questa faccenda. Così fosse, penso proprio che l’ADE non effettuerà alcun genere di reclamo…”
Altrettanto soddisfatto anche l’avvocato Max Rosa che ha così commentato questa seconda vittoria in pochi giorni: “Ribadisco quanto già affermato in merito alla recente sentenza di Treviso, ovvero che sono molto soddisfatto per la condanna dell’Agenzia delle Entrate al risarcimento delle spese legali e che si tratta di un’altra, importante battaglia vinta verso l’obiettivo finale; nel contempo, è opportuno essere moderati negli entusiasmi, dando il giusto peso ad una sentenza di primo grado.”