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Dopo Brenes, è ‘player out’ dal team pro PokerStars anche José ‘Nacho’ Barbero!
Pare stiano cadendo come birilli. O visto il nome della poker room e il periodo, pare stiano cadendo come le stelle.
Stiamo parlando degli ormai ex membri del team pro PokerStars che, durante quest’estate, stanno vedendo i propri contratti sciogliersi al sole, senza rinnovo alcuno e con quella prestigiosa patch che deve essere, così, ‘dolorosamente’ scollata.
In particolar modo, comunque, il taglio di parte del ‘roster’, per usare un termine caro alla NBA, ha riguardato e sta riguardando il Sud America, con buona parte dei giocatori latini di PokerStars che sono stati costretti, per volontà dell’azienda, a lasciare il prestigioso team pro di cui facevano parte.
Dopo il messicano Angel Guillen, la cui avventura con PokerStars si è interrotta a fine giugno, e il costaricense Humberto Brenes, il cui contratto si è concluso il 31 di luglio, l’ultimo costretto a lasciare la room della picca rossa è stato l’argentino José ‘Nacho’ Barbero, uomo da 2,600,000$ di vincite live, tra i quali spiccano gli 870,000$ incassati nel 2010 facendo suo l’EPT High Roller londinese.
Il giocatore, direttamente dal proprio profilo Twitter, ha comunicato così ai suoi followers la notizia:
Per chi avesse qualche difficoltà con lo spagnolo, ecco la traduzione: “Oggi si conclude un periodo molto felice della mia vita, il poker finisce di essere la mia priorità. Grazie di tutto PokerStars, è stato un piacere rappresentarvi!”.
Juan Carreno, manager di PokerStars per l’America latina, ha dichiarato a CardPlayer, in una recente intervista, che “nonostante la regione stia crescendo bene (pokeristicamente), paesi come Messico e Argentina non possono permettersi di avere due team pro. La strategia quindi, come sta avvenendo in tutto il mondo, è quella di rinnovare riducendo però il budget”.
Ai prossimi eventi sponsorizzati da PokerStars, già dall’EPT di Barcellona, ci saranno solamente tre sudamericani con la patch: l’argentino Leo Fernandez, il brasiliano André Akkari e il messicano Christian de Leon.