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Lacchinelli stoppato all’ingresso del Casinò per i pantaloni corti: “Dress code rigido un male per il poker!”
Oggi Riccardo ‘funambolino’ Lacchinelli è ben organizzato: varcherà le porte del casinò di Sanremo coi pantaloni lunghi, onde evitare che gli venga negato il permesso di entrare e giocare il Day 2 del torneo, come accaduto ieri al Day1 quando si è presentato all’ingresso della casa da gioco della città dei fiori.
Dal suo ritiro estivo di Juan-Les-Pins, Ricky ci ha confermato di avere indosso i pantaloni lunghi acquistati ieri al volo in una boutique nelle vicinanze del casinò. Che, oltretutto, al tavolo non gli hanno affatto portato male, visto che ha chiuso il Day1 al doppio dell’average.
Torniamo un passo indietro. Stuzzicato da Marco Della Tommasina, Lacchinelli decide all’ultimo momento di andare a giocare il DSO da 550€ presso il casinò della cittadina ligure, evento principale di un circuito di poker francese.
Sale in macchina con dei comodi bermuda arancioni comprati a Las Vegas quest’estate durante le WSOP, inconsapevole che sarebbero stati proprio loro il principale problema della giornata.
Una volta giunto al controllo documenti, pronto per pagare il buy-in, Lacchinelli viene infatti ‘rimbalzato’ dall’impiegato del casinò, che gli dice che non potrà giocare con i pantaloni corti:
“Pensavo quasi stesse scherzando – commenta con la solita simpatia Riccardo – invece c’era scritto anche in un cartello che era proibito giocare coi pinocchietti e bermuda. Mi ha detto poi che era specificato anche sul sito internet dell’evento, come se tutti andassero a guardarlo…”.
Ecco uno dei divertenti messaggi che ha pubblicato ieri su Facebook:
La particolare regola, che sembra riguardare esclusivamente questo torneo di organizzazione transalpina, ha colto di sorpresa molti altri player, come dei ragazzi francesi che Lacchinelli ha incontrato all’ingresso:
“Anche loro hanno avuto il mio stesso problema e un giovane grinder online italiano col quale ho scambiato qualche battuta. Lui, dicendo simpaticamente di esser povero, ha detto di aver risolto all’Oviesse con soli 19€, mentre io, alle 15.20 di un pomeriggio agostano, ho dovuto comprare velocemente un paio di pantaloni, che tra l’altro mi andavano anche un po’ larghi, per poter prendere parte al Day 1 del torneo. Non è stato neanche semplice trovare un negozio aperto a quell’ora…”
Si sa, i giocatori di poker sono un po’ scaramantici, così Riccardo quest’oggi, coi soliti pantaloni ma armato di una fondamentale cintura, proverà a raggiungere il tavolo finale del torneo:
“Per fortuna hanno portato bene – ironizza Lacchinelli – ci ho sudato tutto il giorno, ma almeno mi hanno permesso di imbustare 216.000 chips, quando l’average è di 105.000!”
Il discorso, poi, verte sull’originale regola, potenzialmente negativa secondo Riccardo per il poker live nostrano.
“E’ assurdo – commenta Riccardo – soprattutto se si pensa a come si può giocare a Las Vegas o a Barcelona, città nella quale son stato fino a pochi giorni fa per l’EPT. Se ne vedono di tutti i colori e chi è al tavolo può permettersi di farlo in piena comodità, senza dover sottostare a un eccessivamente restrittivo dress code. I live in Italia non stanno andando benissimo, le iscrizioni sono in calo e, invece di provare a trovare delle potenziali utili soluzioni, ci si sofferma invece sull’imporre regole che, oggi, appaiono come anacronistiche…”
Curiosità da segnalare, la pagina web ufficiale dell’EPT Barcellona riporta un ‘dress code’ molto rigido: “Vietati shorts, sandali, abbigliamento sportivo o da spiaggia, jeans tagliati”. Ma di fatto queste norme non sono poi state applicate.
Foto di Futura Tittaferrante