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il 11 Nov 2014

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Il Day 1 del Final Table WSOP 2014 chiude a 3 left: per la prima volta nella storia nessun americano sul podio!

Il Day 1 del Final Table WSOP 2014 chiude a 3 left: per la prima volta nella storia nessun americano sul podio!

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Cosa ci fanno un norvegese uno svedeseun olandese attorno ad un tavolo da poker? Semplice: provano a diventare campioni del mondo.

I protagonisti rimasti in gara al final table delle World Series  of Poker 2014 sono loro: Jorryt Van Hoof, Felix Stephensen, e Martin Jacobson.

Questo podio virtuale è già di per sé una notizia, in quanto per la prima volta nella storia della World Series – se escludiamo l’edizione 2007 in cui vinse Jerry Jang, originario del Laos ma naturalizzato americano – non compare un player statunitense nelle prime tre posizioni.

E non solo, poiché comunque vadano le cose un paese tra Norvegia, Svezia e Olanda vincerà per la prima volta il Main Event WSOP.

Ma mettiamo da parte le statistiche e andiamo a vedere cosa è successo. Nel corso della nottata (italiana) i November Nine si sono dati battaglia senza esclusioni di colpi.

Tutto è filato liscio fino alla mano numero 56 del tavolo finale, in cui è avvenuta la prima, clamorosa, eliminazione.

Si, perché a capitolare per primo è stato Mark Newhouse, l’uomo del back-to back – che aveva promesso a se stesso e ai suoi fan di non “andare rotto di nuovo” – l’unico giocatore nella storia delle moderne World Series a centrare il tavolo finale per due volte consecutive.

Forte della terza posizione nel chipcount e dell’esperienza maturata l’anno precedente, i riflettori erano sicuramente puntati su di lui. Ma la sorte, o forse l’eccessiva convinzione nei propri mezzi, hanno fatto sì che l’americano ripetesse esattamente la stessa performance dello scorso anno, in cui abbandonò la truppa in nona posizione.

Ecco la mano fatale che abbiamo graficato sulla nostra pagina Facebook:

newhouse busto

 

La seconda eliminazione arriva alla mano numero 100, che infrange il sogno di Bruno Politano e di tutto il Brasile. Partito in fondo al chipcount e poi rimasto con circa 8.1 milioni di chip, Politano va all-in con Q – 10 e trova il call di Stephensen con coppia di sette. Il board 2 6 3 k 9 sorride al norvegese, mentre Politano si esibisce in un commovente ringraziamento al suo paese e a tutti coloro i quali l’hanno supportato in questa avventura. Per lui c’è comunque un premio di oltre 900.000$  e la consapevolezza di aver vissuto una splendida avventura.

Dopo appena sei mani arriva il momento di dire addio al Main Event per Daniel Sindelar. Per quanto la settima posizione gli valga un premio di 1.2 milioni di dollari, lo statunitense può recriminare: dopo aver 4-bettato all-in la tribet di Van Hoffmettendo sul piatto tutti i suoi 9 milioni di chip con Jc Jh, Sindelar trova il call dell’olandese con A 3. Tre cuori al flop lasciano pochissime speranze a Sindelar, che rimane aggrappato alla speranza di un miracoloso full runner-runner che non si materializza.

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A questo punto del torneo i due corti al tavolo rimangono Larrabe e Jacobson. La tensione si taglia a fette e dopo l’ennesima apertura di Van Hoff a 1.8 milioni con K 5, Larrabe shova J-10 da small blind con poco più di 8 milioni di chips. Dopo qualche secondo di esitazione il chipleader decide di prendersi il rischio e chiama. Il board non sposta gli equilibri del preflop e Larrabe chiude in 6° posizione per oltre 1.6 milioni di dollari.

Il destino di Jacobson invece pare essere opposto a quello di Larrabe, in quanto riesce con fatica a risalire la china fino a centrare il double-up decisivo nella mano numero 208 contro Willy Pappas, che rimasto con 50.000 chips sarà eliminato subito dopo. La mano “incriminata” vede Jacobson openpushare la sua coppia di cinque,  l’americano chiama con A-Js. Il flop sorride allo svedese che trova subito il set e Pappas, rimasto con le briciole, esce in quinta posizione la mano dopo per un premio di poco più di 2.1 milioni di dollari.

Le emozioni non finiscono qui perché Jacobson – dopo aver perso un piatto gigantesco contro Stephensen chiamando con AcKc High il trips di donne centrato runner-runner dal norvegese – “giustizia” anche William Tonking in 4° posizione. Dopo l’apertura di Van Hoff l’americano manda i resti per ben 20 milioni di chip con coppia di due, ma Jacobson non ci pensa su due volte e re-pusha tutto il suo stack con coppia di dieci portando il piatto a circa 43 milioni di chip.

Il flop 4c 5c Jc  e il turn 6d regalano a Tonking più di una speranza di poter sopravvivere a questo colpo micidiale, ma il river Q spegne qualsiasi velleità e consegna allo svedese la sicurezza del podio al main event delle World Series of Poker 2014.

Il tre left di domani si annuncia esaltante.

 

Chipcount:

Jorryt van Hoof 89,625,000
Martin Jacobson 64,750,000
Felix Stephensen 46,100,000

 

Payout:

1st$10,000,000
2nd$5,147,911
3rd$3,807,753

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