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Uno ogni nove mani: tutti gli all-in di Jacobson nel Day 1 del final table WSOP
Quando lo intervistammo poche settimane prima del final table, Martin Jacobson disse che aveva sfruttato l’estate di attesa per prepararsi al meglio all’appuntamento della carriera. E affermò di averlo fatto coi migliori.
Così parlo lo svedese il 29 ottobre scorso, pochi giorni prima della sua partenza per Las Vegas: “Ho lavorato molto duramente per prepararmi e migliorare il mio gioco, aiutato da alcuni dei più forti. E’ stata una grande opportunità per crescere pokeristicamente: sono estremamente grato a tutti coloro che mi hanno aiutato condividendo la loro conoscenza del gioco”.
Alla luce di come sono andate le cose, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che Jacobson ha davvero fatto il possibile per arrivare in forma smagliante, sia mentale sia tecnica, a quel tavolo finale che lo ha visto vincitore due giorni dopo.
Questo lo ha dimostrato specialmente durante il Day 1 del final table quando, costretto anche da uno stack spesso in bilico, ha messo tutte le sue chips in mezzo senza paura, ma con piena consapevolezza, per 19 volte su 166 mani (fonte Pokernews.com). Con un tasso di errore nel farlo prossimo allo zero.
Jacobson, con la faccia d’angelo e una ‘fame’ da leone, ha messo pesantemente sotto pressione gli avversari grazie anche a una conoscenza dei range di push e di call pressoché perfetta. Ha fatto così pesare la propria esperienza accumulata online, dunque, in occasione del Main Event WSOP.
Lo svedese ha iniziato la finale da ottavo in chips senza mai demoralizzarsi. Ha avuto invece pazienza nello scegliere gli spot giusti e, non neghiamolo, ha anche visto ottime carte. Tra la mano 58 e la 224 ha shovato in media, infatti, una volta ogni nove.
Nelle 19 volte in cui ha messo in mezzo la totalità delle chips, Martin ha pushato la propria mano per ben 16 volte con una equity che a carte viste era almeno del 50%. Solamente in quattro casi, poi, è arrivato allo showdown e di questi ne ha perso solo uno: da small blind con Q 3 ha messo all-in lo short Pappas che ha vinto lo scontro con K J.
Dodici all-in lo svedese li ha fatti dai blinds. In nove casi sui 19 complessivi aveva un asso (compreso uno shove con A-A) e in sette occasioni aveva una coppia. Escludendo coppia di assi, comunque, la pocket pair più forte ricevuta, giocata sempre in shove, è stata 10-10.
Riassumendo il percorso di Jacobson:
- 19 shove in 166 mani
- 16 volte su 19 con equity della mano uguale o superiore al 50%
- 4 showdown su 19 shove, 1 solo perso
- 12 su 19 all-in son provenuti dai blind
- 7 shove su 19 con pocket pair
- 9 shove su 19 con almeno un asso