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Daniel Colman confessa: “Ho fatto multi-accounting da ragazzino, su Hellmuth ho esagerato”
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Daniel Colman sembra ormai avere una specie di assuefazione per la ribalta. Dopo aver fatto razzia di tornei e di milioni di dollari in giro per il mondo, ‘mrgr33n13‘ continua a non mandarle a dire sui forum statunitensi dedicati al poker.
Già qualche giorno fa, attraverso il proprio account ‘mrgr33n13‘, Colman aveva apostrofato un mostro sacro del gioco come Phil Hellmuth definendolo un “cancro”, nonché una “puttana” di questo mondo.
Quasi una settimana dopo, è arrivato il momento della redenzione per Colman, che ha voluto scusarsi con The Poker Brat, ma solo fino a un certo punto: “Hellmuth non meritava un tono del genere da parte mia – ha scritto Daniel sul noto forum TwoPlusTwo – sono stato troppo duro ma continuo a credere che il suo atteggiamento sia pessimo per il nostro movimento, è qualcosa che non appartiene al mondo del poker“.
Ma l’affermazione più clamorosa che in questi giorni Daniel Colman ha lasciato su TwoPlusTwo riguarda la sua attività di multi-accounting, ammessa a diversi anni di distanza dai fatti: “È vero, avevo più di un account con cui giocare i tornei quando avevo 17-18 anni – ammette ‘mrgr33n13‘ – , avevo una mentalità per cui ero io contro il mondo intero. Ho commesso tantissimi errori, ma so che da allora sono una persona completamente diversa“.
Dopo aver usato il fioretto nei confronti di Hellmuth, Colman è tornato ad impugnare la spada per attaccare il vincitore del Main Event delle WSOP 2013 Ryan Riess, in un discorso in cui invece mostra ammirazione per il suo successore Martin Jacobson: “Non ha bisogno di andare in giro a dire di essere il migliore dopo aver vinto, come invece ha fatto il campione dell’anno scorso (Ryan Riess per l’appunto, ndr). Lui gioca in maniera fenomenale, perciò sono contento che sia lui a rappresentare la nostra generazione di pokeristi“.
E chissà che Daniel Colman, dopo essere diventato di diritto uno dei giocatori di poker più stimati in giro per il mondo, non stia provando a costruirsi una carriera parallela da opinion leader.