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Cuba: con la fine (potenziale) dell’embargo L’Avana potrebbe tornare a essere la ‘Las Vegas dei Caraibi’!
E’ prematuro credere che le cose possano cambiare davvero e soprattutto, anche cadesse in maniera definitiva l’embargo (definito anche ‘el bloqueo’), i tempi per una ‘nuova’ Cuba sarebbero comunque probabilmente lunghi.
Il passo fatto da Barack Obama e Raul Castro due giorni fa rappresenta comunque un riavvicinamento storico tra i due paesi, che da oltre cinquanta anni, come conseguenza della rivoluzione castrista, non hanno più rapporti economici, commerciali e finanziari.
Sia chiaro, nessun accordo è stato ancora formalmente raggiunto, dato che per porre fine all’embargo è necessaria l’approvazione del Congresso statunitense, ma il processo distensivo tra i due paesi sembra avere preso oggi una piega decisiva, grazie anche alla mediazione di Papa Francesco, ringraziato nei discorsi ufficiali sia dal presidente americano sia dal dittatore cubano.
Certo è che una volta distrutto ‘el bloqueo’ per Cuba si aprirebbero molte possibilità di sviluppo, una ‘nuova alba’ sotto svariati punti di vista, non ultimo il settore del ‘gaming’.
L’isola è di per sé bellissima, a livello turistico una delle mete più gettonate dell’Atlantico e avrebbe quindi tutte le potenzialità per far tornare L’Avana quella che è stata in passato, ovvero la ‘Las Vegas dei Caraibi’.
Che piaccia o meno, Cuba, con un’adeguata offerta di giochi da casinò, potrebbe diventare appetibile per i cittadini americani, i quali potrebbero dare sfogo alla loro passione per il ‘gambling’ in strutture potenzialmente straordinarie, storiche, come era ai tempi il ‘Casinò Parisien’ presso l’Hotel National.
Questo hotel aperto nel 1930 è stato punto di riferimento per gli statunitensi che giungevano sull’isola sia per svago sia per motivi lavorativi. La bellissima gaming hall, poi, venne inaugurata nel 1956 e riscosse molto velocemente un grande successo, tanto da ottenere entrate paragonabili a quelle dei più importanti casinò di Las Vegas dell’epoca. Ebbe però una vita breve, infatti nel 1960, per volontà di Fidel Castro, chiuse i battenti.
Ecco un’immagine, peraltro piuttosto rara, di una delle fastose sale del casinò:
Su quelli che potrebbero essere gli scenari futuri, dunque, abbiamo chiesto un parere a due ‘addetti ai lavori’ che di case da gioco se ne intendono: Christian Scalzi, tournament director World Poker Tour, e Jerome Iozza, direttore della più importante scuola di formazione per croupier in Italia.
“Credo che gli americani non aspettino altro – ha commentato Scalzi – quando lavoravo sulla Costa Playa nel lontano 1996, ad esempio, riscuotemmo un successo incredibile: fu infatti la prima nave da crociera ad attraccare sull’isola. L’Avana poi è una città stupenda, patrimonio dell’UNESCO, quindi son convinto che già molte società si stiano interessando ai potenziali sviluppi…”.
“Prima della rivoluzione L’Avana era la vera Las Vegas. La fine dell’embargo – spiega Iozza – consentirebbe la possibilità di aprire nuovamente le case da gioco a Cuba. Attualmente è l’unica isola dei Caraibi, tra l’altro la più grande, a non avere casinò. Con le case da gioco diverrebbe ancor più interessante da visitare, garantirebbe un mix incredibile fatto di storia, bellezze naturalistiche, sigari, rhum, poker e giochi vari. Quindi qualcosa di unico”.