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il 5 Gen 2015

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Christian Favale lascia Pokerstars: “Nel poker l’indifferenza è l’unica cosa che conta”

Christian Favale lascia Pokerstars: “Nel poker l’indifferenza è l’unica cosa che conta”

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Ci sono storie commoventi, di bambini diventati poi adulti, che sognavano di giocare una finale dei mondiali, di sfrecciare più veloci di tutti in sella alla moto con il numero del papà o di mettere a segno il canestro decisivo proprio all’ultimo secondo.

Storie di sport o meglio storie di vita, perché quando un sogno si realizza il confine tra l’uomo e lo sportivo spesso cessa di esistere.

La magia che si cela dietro alcuni personaggi è tale che riesce a coinvolgere emotivamente chiunque abbia l’occasione di ammirare le loro gesta, dai fan sfegatati all’osservatore più disinteressato.

Perché nonostante i grandi traguardi raggiunti, le aspettative e la pressione di dover sempre dimostrare qualcosa , nei loro occhi traspare una passione genuina, la stessa che animava i sogni più dolci sin dall’infanzia.

Per quanto la società moderna preveda precise strategie di marketing studiate appositamente per condizionare le nostre scelte, da inguaribili romantici continuiamo ad appassionarci alle persone e a ciò che loro fanno più che alle cose in sé.

Ecco il motivo per cui il mondo dello sport pullula di testimonial: senza le loro gesta, condite da trionfi altisonanti o terribili sconfitte, la nostra immaginazione farebbe più fatica ad accendersi.

Il mondo del poker non fa eccezione, e per quanto la giurisprudenza stenti a riconoscere il Texas Hold’em come una disciplina sportiva a tutti gli effetti, in cuor loro gli appassionati delle due carte conoscono benissimo queste dinamiche.

Se in Italia il poker è entrato nelle case di milioni di persone lo si deve anche ai suoi protagonisti più carismatici. Ricordate quel ragazzino innocente che con la sciarpa della Roma al collo lottava ad armi pari contro i migliori al mondo, o le note di ‘baciami ancora’ canticchiate dall’unico azzurro capace di raggiungere il final table del Main Event WSOP?

Dai successi del ‘Pirata’ al fantastico exploit di ‘Mustacchione’ l’universo del poker ha bisogno di personaggi che siano in grado di far emozionare il pubblico.

Christian Favale è uno di loro: salito alla ribalta per aver macinato oltre un milione di mani in pochi mesi – da quando le room ‘punto it’ hanno aperto al Cash Game – è stato scelto da Pokerstars, la più grande azienda del settore; sia per rappresentarla in Italia che per portare un pezzetto di stivale al di fuori dei confini nazionali.

Tre anni intensi di collaborazioni, trentasei mesi di tornei in giro per il mondo con la picca rossa sulla spalla e tanta, tantissima azione ai tavoli online. Prima nelle vesti di ‘KokainMutu’, poi dietro il nuovo pseudonimo ‘IWasK.Mutu’ e ora, semplicemente, nei panni di Christian.

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La notizia che qualcosa si fosse rotto era nell’aria da tempo, ma la conferma è arrivata proprio dalle parole del diretto interessato tramite un post su Facebook:Non faccio più’ parte del Team Online di Pokerstars, ma per scelta mia. In realtà’ e’ un po’ più’ complesso di cosi’, le cause che hanno portato a questa situazione sono molteplici e rocambolesche, ma ai fatti questo e’ quello che conta. Ringrazio Pokerstars per avermi dato la possibilità di rappresentare l’azienda leader nel settore

Commenti, battute e parole di conforto si sono sprecate nelle ore successive al suo annuncio, mentre in tanti si sono interrogati sui motivi che l’hanno spinto a prendere questa decisione.

Abbiamo chiesto personalmente a Christian se fosse interessato a rilasciare qualche ulteriore dichiarazione, ma lui ha preferito non aggiungere altro a ciò che, in forma decisamente elegante,  ha espresso nel suo post:

Negli ultimi tempi il poker e’ diventato un gioco asettico come una sala operatoria, dove in molte situazioni i professionisti studiano come sezionare la matematica applicata al gioco per raggiungere un punto ben preciso, chiamato INDIFFERENZA. Tutto e’ protratto per mettere i propri avversari in situazioni dove la loro scelta e’ indifferente, non conta nulla. E’ paradossale perché nella vita l’indifferenza e’ forse la cosa che fa più’ paura, e nel poker e’ l’unica cosa che conta“.

E allora eccoci nuovamente al punto di partenza, quando poche righe sopra facevamo riferimento alla gioia, alla passione e alla capacità di trasmettere emozioni a chi osserva da fuori. Probabilmente questa sua caratteristica è divenuta incompatibile con i dettami e gli obiettivi aziendali, e quando la fiammella si estingue è forse il momento giusto per uscire di scena.

Con la speranza di rivederlo presto in azione non resta altro che fargli i migliori auguri. Esperienza e consapevolezza sono dalla sua parte, e in fondo come scrive nelle ultime righe del post: “il tutto e’ stranamente bello, quasi come abbandonarsi al caso e gettare in aria un mazzo di carte per godersi lo spettacolo della caduta“.

 

 

 

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