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Curt Kohlberg, il businessman ‘skillato’ che studia con Koon, Seiver e Moorman
Nel poker il termine ‘businessman’, il più delle volte, sta a indicare una persona facoltosa che, nei ritagli di tempo, sperpera un po’ dei suoi (tanti) denari in tornei high stakes e partite cash game con utilitarie come limiti.
Ci vengono subito alla mente, quindi, personaggi come Bill Perkins e Guy Laliberté, con una passione per il texas hold’em inversamente proporzionale alla loro abilità. Senza dimenticare i regular di Macao, veri e propri gambler appassionati di partite in cui lo slowroll, ad esempio, è visto come una pratica simpatica e non odiata.
Non bisogna, però, fare di tutta l’erba un fascio, o meglio c’è un’eccezione che confermerebbe la regola. Si chiama Curt Kohlberg, ha 56 anni, nessun problema economico, una incredibile passione per il poker che, nel tempo, ha coltivato come si deve.
Lui è l’amministratore delegato della ‘Kohlberg & Associates’, società di consulting che ha 200 facoltosissimi clienti, che in totale possono vantare beni per oltre 3.000.000.000.000.000.000 di dollari. Fidatevi, la quantità di ‘zeri’ è corretta.
Gioca a poker da molti anni (i primi risultati risalgono al lontano 1997), di esperienza ne ha da vendere e ha vinto qualcosa come 2.821.604 dollari in carriera. Numeri più che buoni per chi nella vita fa altro.
“Sono dipendente dalle competizioni – ha affermato Curt a bloombergview.com – ho bisogno di scariche di dopamina!”
Nonostante non pratichi il poker per guadagnare, Kohlberg pare non lasciare nulla al caso, forse per deformazione professionale.
“Ho un database di mani che mi permette di studiare al meglio le linee forti e deboli dei betting patterns, al fine di determinare in quali circostanze sia più profittevole valuebettare e in quali, invece, bluffare”.
Il fatto curioso è che, oltre a formarsi su siti online e leggendo libri specialistici, si confronta spesso con campioni del calibro di Jason Koon, Scott Seiver e Chris Moorman. Non certo gli ultimi arrivati.
Ha partecipato anche all’appena conclusa PokerStars Caribbean Adventure e Curt ha affermato, inoltre, di sfruttare al tavolo la propria immagine di businessman non di primo pelo.
“I professionisti che non mi conoscono, credono sia il classico giocatore di mezza età estremamente tight e conservativo. Invece per costruire il mio stack, solitamente, prendo di mira dei dilettanti e le carte che posseggo, in tali occasioni, diventano irrilevanti…”.