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La Commissione Tributaria annulla gli accertamenti su Minieri. Oggi la prima udienza romana del caso-Blanco
La Commissione Provinciale Tributaria di Roma ha annullato gli accertamenti in materia fiscale su Dario Minieri.
Una lieta notizia per il ‘Darietto’ nazionale, giunta quasi in concomitanza con i festeggiamenti per i suoi trent’anni appena compiuti.
A riportare la notizie è l’agenzia di stampa Agimeg, a margine dei nuovi passi avanti mossi sul caso All-in, l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza sulle vincite conseguite dei player italiani nei casinò esteri.
La Commissione ha archiviato gli accertamenti “in materia di violazione degli obblighi informativi, inerenti la compilazione del quadro RW del modello unico“, ovvero un adempimento volto a fornire informazioni su movimenti e bonifici esteri attualmente soppresso.
Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea dell’ottobre scorso che ha dato ragione a Cristiano Blanco, stabilendo una volta per tutte che l’Italia non può esercitare alcun diritto di imposizione fiscale per “vincite maturate presso case da gioco di paesi membri dell’Unione Europea“, la parola è tornata alla Commissione Provinciale Tributaria della capitale.
Come dichiarato dai legali di Blanco all’agenzia di stampa: “Si è svolta oggi l’ultima udienza del caso prima della sentenza per permettere anche in sede tributaria di prendere atto della pronuncia della Corte di Giustizia Europea. C’è stato poco da dire visto che il processo va avanti da 4 anni e che abbiamo già messo sul tavolo la nostra posizione“.
La sentenza della Commissione dovrebbe arrivare entro sei mesi, mentre dal sito dell’Agimeg emerge un’altra indagine archiviata su un “noto giocatore romano”.
Stavolta la questione non è stata chiusa in base alla sentenza della Corte di Giustizia Europea, bensì a causa di un utilizzo approssimativo delle fonti da parte della Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate.
Secondo gli esperti sono state adoperate come database “classifiche internazionali non ufficiali nell’ambito dell’operazione all-in“.
Insomma, il tempo e i tribunali continuano a dar ragione ai giocatori italiani, che da oltre quattro anni a questa parte si sono trovati in una posizione piuttosto scomoda nel tentativo di dimostrare la legittimità delle loro azioni.
Per ora non resta che attendere l’archiviazione definitiva del caso.