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il 24 Feb 2015

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Nove anni fa Italia primo Paese al Mondo ad adottare una black-list contro le piattaforme illegali

Nove anni fa Italia primo Paese al Mondo ad adottare una black-list contro le piattaforme illegali

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Era la mezzanotte di venerdì 24 febbraio 2006 quando per la prima volta alcuni siti di gioco non autorizzati venivano oscurati dai Monopoli di Stato.

In osservanza all’articolo 1 relativo alla Legge Finanziaria 2006, oltre 500 siti furono dichiarati illegali nel tentativo di contrastare le truffe telematiche connesse al gioco d’azzardo.

Da nove anni  lo Stato combatte il mercato nero del gambling. Stando al bollettino ufficiale del 19 febbraio stilato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ad oggi il club dei siti bloccati conta 5.185 voci.

Secondo la agenzia di stampa AGIMEG, in questi anni l’operazione “black-list” ha portato enormi benefici, facendo drasticamente impennare i numeri del mercato regolamentato: prima che i siti venissero oscurati la raccolta del gioco online era ferma sui 305 milioni di euro, in soli 2 anni gli introiti sono aumentati di oltre il 190%, toccando quota 884 milioni di euro nel 2007. La soglia del miliardo di euro di raccolta venne superata già nell’anno seguente.

Nove anni dopo le cifre sono a dir poco sbalorditive: nel 2014 il settore del gioco ha chiuso con una raccolta di 12,3 miliardi!

Ora la situazione è estremamente più chiara: tutti i prodotti che non hanno l’autorizzazione dei Monopoli di Stato (AAMS) non possono per alcun motivo operare nel nostro paese.

Dalla parte opposta però, le normative inerenti alla regolamentazione del poker live rimangono ancora un argomento spinoso.

Sebbene la Corte di Giustizia europea abbia stabilito insindacabilmente sia la natura sportiva del poker in modalità torneo che l’impossibilità da parte dei singoli stati di tassare le vincite ottenuti presso i casinò di Stati membri dell’Unione, nelle aule di tribunale sono ancora in corso diversi processi.

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Dal caso-Blanco agli accertamenti fiscali su Dario Minieri – recentemente annullati dalla Commissione Tributaria di Roma – passando per i numerosi circoli privati presi di mira dalle autorità locali gli esempi si sprecano. Senza considerare la voce unanime dei giocatori che vorrebbero fosse riconosciuta, una volta per tutte, la professione di ‘poker-player’.

Di pochi giorni fa è la notizia dell’arrivo in Italia di Goldbet, che ha dovuto mettere in regola ben 985 punti, più concessioni extra per l’online, per poter diventare a tutti gli effetti un operatore riconosciuto nel nostro territorio.

Come detto, il nostro Paese è stato il primo ad adottare queste misure per contrastare i siti illegali, ma non l’unico. Dall’Ungheria alla Bulgaria, passando per il Belgio, sono numerosi gli stati che negli anni hanno sposato l’idea di una black-list.

Nell’immediato futuro è possibile che venga stilata una seconda lista nera per limitare applicazioni per dispositivi elettronici e social games: secondo gli esperti il loro utilizzo può incentivare i minori al gioco.

La soluzione più probabile rimane quella che prevede l’adozione di un filtro per verificare l’età del giocatore in modo da conciliare gli interessi di entrambe le parti.

 

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