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Poker tax: revisione fiscale in Portogallo, si allontana l’ipotesi del mercato comune
Dopo mesi di attesa sembra finalmente che la situazione del gaming in Portogallo stia prendendo una piega ben precisa: in questi giorni il consiglio dei ministri stabilirà la tassazione inerente al poker online.
Secondo il sito d’informazione iberico, Poker Red, la nuova tassazione potrà variare tra il 15% e il 30%. Gli operatori con fatturato inferiore ai 5 milioni di euro l’anno “subiranno” la tassazione minore, quelli che avranno introiti superiori ai 10 milioni di euro dovranno versare la tassazione massima.
L’ente regolatore del gioco avrà dunque il diritto esclusivo di controllare i server delle varie room comprese tutte le informazioni relative al database dei player.
Se la nuova tassazione venisse messa in atto, svanisce ogni speranza di vedere il Portogallo unito ad altri mercati europei. In questi anni, infatti, si è parlato di un possibile coinvolgimento della nazione lusitana con i progetti di Italia e Spagna per una liquidità comune per il poker online.
La Francia, terzo Paese interessato per lungo tempo a un mercato plurilaterale, ha deciso nel gennaio dello scorso anno di andare avanti con i propri mezzi, restando confinata al territorio nazionale.
Male per noi, bene per loro: i lusitani avranno infatti la possibilità di continuare a giocare sul dot com, come permesso dalle attuali norme in vigore.
Nel mentre Dogj (ente regolatore spagnolo) e AAMS sembrano ancorate in una permanente situazione di stallo. In Italia, al momento, le cose non sembrano andare così male, ma come ben sappiamo lo stato di salute del poker online è costantemente a rischio: un mercato condiviso, che sia con la Spagna o chiunque altro, potrebbe solamente portare benefici all’intero movimento.