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il 25 Mar 2015

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Dan Smith e quell’allin di cento bui contro Sammartino: “Anche Haxton mi ha detto che era giusto su Dario!”

Dan Smith e quell’allin di cento bui contro Sammartino: “Anche Haxton mi ha detto che era giusto su Dario!”

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Il vero momento di svolta della Global Poker Masters che ha laureato l’Italia Campione del Mondo è stata l’eliminazione degli Stati Uniti, nel momento di bolla, che ha permesso ai nostri cinque alfieri di presentarsi alla finale Heads-Up contro i giocatori russi con un netto vantaggio di chips.

La mano decisiva è stata l’ all-in pre di Dan Smith con coppia di sette contro il nostro Dario Sanmartino che si presenta allo showdown forte di una coppia di Assi.

Dario si è appena seduto al tavolo dando il cambio al compagno di squadra Giuliano Bendinelli, che grazie a una buona run ha eliminato da poco la Germania di Ole Schemion candidandosi al titolo di MVP della manifestazione.

Quasi profetico l’abbraccio dato da Giuliano a Dario attraverso cui sembra scorrere il fluido magico del momento incredibile vissuto dall’italiano trapiantato a Londra.

Anche Smith ha appena dato il cambio a Isaac Haxton, vero leader del team Usa che ha espresso un grandissimo gioco nell’arco di tutta la manifestazione.

A bui 1000-2000 Dario apre fino a 4.500 con A A, ricevendo l’immediata three-bet a 16.000 di Smith con 7 e 7.

Dopo qualche secondo Dario opta per una 4bet piuttosto corta, fino a 38.000, come a simulare di voler rubare il piatto.

E qui avviene il dramma statunitense: Smith inizia a tankare ma non avendo molto tempo a disposizione decide di chiedere il time e l’aiuto del suo compagno di team Isaac Haxton.

Sfortunatamente però “Ike” è fuori dalla stanza e non può quindi consigliare l’amico.

Parte il clock dei 60 secondi di tempo a disposizione e mentre scorre l’orologio Haxton rientra in sala.

Sta per andare a parlare col compagno ma viene fermato dal tournament director perché non essendo presente all’inizio della mano il suo consiglio è vietato dal regolamento.

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La reazione di Smith lascia sconcertati tutti, persino gli stessi commentatori americani: “Don’t worry, all in!”.

Facile snap call per l’Italia e strada spianata verso l’heads up finale con la Russia visto il board.

 

mano_finale_italyusa

Dan Smith ha poi spiegato i motivi della scelta di brokare quasi 100 bui con coppia di sette ai microfoni di pokernews.com.

La situazione di stack era pressoché simile tra le tre nazioni rimanenti ed eliminare una delle due avversarie in questo momento del torneo era fondamentale. Avere la chipleading con un vantaggio di 3 a 1 nell’ultima fase della Global Poker Masters sarebbe stato molto importante e ci avrebbe garantito più benefici di una normale situazione tre left. Questo perché la finale era al meglio dei 5 match e quindi partire 3 a 1 favoriti ci avrebbe dato possibilità di vincere almeno 8 volte su 10.

Gli viene poi chiesto degli attimi immediatamente precedenti al suo all-in.

Avevo già plannato di five bettare Dario visto che è un giocatore molto aggressivo, ma volevo raccogliere qualche tell consultandomi con Isaac. Era la mia prima mano e purtroppo Ike era andato in bagno per rinfrescarsi quindi non ho avuto questa possibilità. Mi ha comunque detto che anche secondo lui era corretto andare all-in direttamente“.

Nessun rimpianto quindi per Dan Smith che è stato comunque abbastanza criticato in patria per la giocata.

Sicuramente il team USA ha dimostrato minore affiatamento rispetto agli altri team e in special modo a quello italiano, la cui vera forza probabilmente è stata proprio l’unione di tutti i suoi componenti.

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