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Il poker è un prodotto mondiale: l’Ept Montecarlo rivoluziona la geografia del Texas Hold’em
La cartina geofrafica del poker sportivo non è più la stessa dopo il Grand Final dello European Poker Tour appena conclusosi a Montecarlo.
E non solo per ciò che concerne la nuova stagione del circuito organizzato da Pokerstars nella quale le tappe confermate sono Irlanda, Malta, Caraibi, Principato di Monaco, Repubblica Ceca e Spagna, cioè non esattamente le nazioni dove si è sviluppato il fenomeno Texas Hold’em.
Sono stati proprio i rounders di nazioni emergenti a far la voce grossa durante la kermesse monegasca soprattutto per ciò che concerne il main event.
Il torneo da 10.300 € di buy in che ha visto schierati 564 giocatori vista la particolare location attrae sempre parecchi businessman e giocatori non propriamente regular. Tra questi vi erano quest’anno rappresentanti dei cinque continenti e soprattutto alcune nazioni raramente viste a una tappa Ept come la Corea del Nord e addirittura l’arcipelago delle Isole Turks & Caicos.
La nazione più rappresentata è stata la Francia nella quale si sta assistendo a un boom del poker live nonostante la pesante tassazione. Alle spalle dei cugini transalpini, Russia, Usa, Regno Unito e Germania, le storiche nazioni del Texas Hold’em. L’Italia al sesto posto anche se i risultati degli azzurri in questa kermesse l’hanno messa sul podio virtuale in termini di profit.
Questi dati tuttavia sono da prendere talvolta con le pinze in quanto molti giocatori professionisti si trovano ora con la doppia residenza per motivi fiscali o di embargo pokeristico. E’ il caso per esempio di Ole Schemion che risulta austriaco o anche dell’italiano Marco Figuccia riportato come sloveno a causa della residenza oltre confine.
Ma il dato che ha più lasciato sbalorditi è stata l’ascesa dei giocatori di stati piccoli durante il final table.
Non capita tutti i giorni di trovarsi a un tavolo finale di uno degli appuntamenti più importanti della stagione con un libanese (nazione che comunque aveva già portato a casa la picca del grand final in passato), un giapponese e addirittura un senegalese.
Se il Libano come detto è terra di svariati giocatori ed era rappresentata allo start da ben 25 rounders, per la terra del sol levante il risultato ottenuto da Koichi Nozaki (ottavo per oltre 120.000 €) è il miglior mai avuto da un atleta nipponico a una tappa Ept.
Il vero caso è quello del senegalese bianco Muhyedine Fares che ha chiuso la contesa al secondo posto assicurandosi un assegno di quasi 700.000 euro. Soldi che probabilmente non gli cambieranno la vita trattandosi di un facoltoso uomo d’affari.
Il podio di Fares però porta alla ribalta anche il continente che è maggiormente ai margini nel mondo pokeristico: l’Africa. Unico continente a non avere un vero e proprio circuito internazionale, alcune nazioni stanno cercando di farsi strada con l’organizzazione di importanti tornei: è il caso del Marocco, dove a Marrakech si è da poco concluso il Wsop Circuit, e presto potrebbe essere il momento proprio del Senegal e della sua capitale Dakar.
Menzione ovviamente anche per la patria del vincitore. La Spagna di Adrian Mateos infatti è salita dopo 11 anni per la prima volta in vetta a un main event Ept, nonostante l’organizzazione annuale della tappa di Barcellona. Mateos in un sol colpo col milione vinto è balzato al secondo posto della all time money list iberica e ha finalmente tolto l’etichetta di donk a tutti i connazionali.
La kermesse appena terminata nel Principato di Monaco ha ben chiarito quindi come ormai il Texas Hold’em sia un prodotto mondiale che ha affascinato i giocatori di ogni nazione del globo e i passi compiuti anche dai giocatori delle nazioni che hanno scoperto il gioco successivamente grazie al boom portato dall’online e dai media sono stati enormi. Non ci sorprenderebbe se alle prossime World Series assistessimo a un tavolo finale con tutti i cinque continenti rappresentati.