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Il lato oscuro di Las Vegas: le fogne abitate sotto la Strip
Las Vegas: patria degli eccessi e delle contraddizioni. E ancora una volta non perde occasione di dimostrarlo.
In passato abbiamo già parlato di come i locali che si possono trovare nella città del Nevada possano essere diametralmente opposti.
Dalle luci al neon del Rio o dell’Aria a quelle soffuse dei bar con sala biliardi alla periferia della città.
Ora ci vogliamo occupare di un luogo molto più degradato.
Non tutti infatti sanno che sotto ai Casinò della strip vi è un vasto sistema fognario abitato da oltre 1.000 persone.
E’ la parte oscura della città, quella che non si vede e che rimane nascosta ai turisti impegnati a divertirsi nelle sale degli hotel.
La tradizione di questa usanza è veramente antica: già ai tempi delle catacombe romane gli ebrei e i cristiani vivevano nascondendosi nel sottosuolo per sfuggire alle tirannie pagane.
Negli Stati Uniti d’America il fenomeno non è così inusuale, basti pensare che nella sola New York sono oltre 30.000 gli emarginati che vivono nell’ombra nelle fogne di Manhattan.
Nella Mecca del poker però qualcuno ha deciso di occuparsi di loro. E’ il giornalista Matthew O’Brien, autore del libro “Beneath the neon: Life and Death in the Tunnel of Las Vegas”.
O’Brien però non si è fermato al libro: ha percorso negli ultimi 12 anni oltre 8.000 chilometri sotto la strip e realizzato un cortometraggio che testimonia alla perfezione le condizioni di vita degli abitanti del sottosuolo di Vegas.
Curioso l’utilizzo con funzionalità differenti di tutti quegli oggetti rintracciabili in un casinò: dal portamonetine al panno dei tavoli da gioco.
Nel video si può capire bene lo sprezzante contrasto tra l’opulenza al di sopra della strip e l’emarginazione al di sotto.
L’interesse suscitato da O’Brien ha mosso anche altri reporter: è il caso del fotografo britannico Austin Hargrave che vive negli Stati Uniti da alcuni anni e si è di recente addentrato nelle fogne di Las Vegas per testimoniare la grave situazione di disagio di chi le abita.
Per fortuna negli ultimi anni proprio sotto l’influsso di O’Brien qualcosa si sta muovendo. L’organizzazione no profit Shine a Light, che prende il nome da una memorabile canzone dei Rolling Stones, coadiuvata da HELP of Southern Nevada, si occupa di rifornire la comunità creatasi nel sottosuolo di Vegas di acqua, cibo, vestiti e coperte.
Inoltre si occupa anche di fornire loro svariati servizi quando possibile: tentativo di trovare un alloggio, un lavoro, delle medicine, ma anche consulenza medica e/o mentale e gestione di servizi legali o rinvii a giudizio.
Il tutto in forma completamente gratuita, con l’ausilio di molti sponsor e senza la realizzazione di guadagni.
Quando quest’estate ci recheremo a Vegas sicuramente un pensiero, e magari un piccolo aiuto, andrà anche agli abitanti delle fogne di Sin City. Nel frattempo ecco il documentario realizzato da O’Brien: