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Addio a John Nash, il matematico che teorizzò il punto di equilibrio al tavolo verde
Un destino infausto ha portato via la vita a John Nash, premio Nobel per la teoria dell’equilibrio usata anche ai tavoli verdi, nonché ispiratore del film “A beautiful mind” con Russell Crowe.
Nash è rimasto vittima di un incidente automobilistico assieme alla moglie Alicia Lopez Harrison mentre rientrava a casa in taxi dopo un soggiorno in Norvegia, nel corso del quale, lo scorso martedì, aveva ricevuto il premio Abel per la matematica assieme a Louis Nirenberg.
Una tragedia che avrebbe potuto avere un esito diverso: secondo le ricostruzioni della polizia infatti i coniugi non indossavano le cinture di sicurezza, tanto che i loro corpi sarebbero stati sbalzati al di fuori dell’abitacolo subito dopo l’impatto.
Matematico ed economista di fama indiscussa, Nash verrà ricordato anche per essere stato uno degli otto premi Nobel ad essersi interessato alla cosiddetta “teoria dei giochi“, focalizzando i suoi studi sui giochi non cooperativi.
E proprio in quest’ambito che nasce “l’equilibrio di Nash“, ovvero un profilo di strategie adottate da diversi giocatori rispetto a cui nessuno dei partecipanti avrà interesse ad essere l’unico a cambiare.
Quante volte avrete sentito dire ‘il texas hold’em’ è in evoluzione, oppure giocare sul ‘dot com’ è completamente diverso rispetto alle room ‘punto it’.
Tutte queste considerazioni sono possibili in riferimento ad un determinato equilibrio – e ad un suo eventuale stravolgimento – creatosi all’interno di una comunità di giocatori.
Ma prendiamo ad esempio una situazione concreta: ci troviamo al tavolo finale di un torneo satellite, tutti i partecipanti hanno all’incirca lo stesso stack, ma soltanto otto su nove vinceranno il ticket.
E’ facile pensare che non assisteremo a delle giocate stratosferiche ma che più plausibilmente il tavolo verrà deciso da un cooler.
Questo perché all’interno della partita si è creata una dinamica di sostanziale equilibrio per la quale difficilmente qualcuno comincerà a giocare delle ‘trash hand’ in quanto, salvo casi particolarmente fortunati, non otterrà alcun vantaggio da ciò.
Quando parliamo di gioco in evoluzione quindi, intendiamo tutti quegli assestamenti e modifiche rispetto alla consuetudine passata che sono entrate a far parte della ‘norma’, grazie ai tentativi di uno o più giocatori di discostarsi da una situazione di stallo per ottenere un vantaggio.
Il poker è un campo di applicazione ideale per la ‘teoria dei giochi’ dal momento che si tratta di un gioco individuale fatto di piccoli vantaggi o presunti tali sugli altri avversari.
Nato nel 1928 in Virginia, John Nash aveva fissato i principi della sua teoria a ridosso degli anni ’50. Nel 1994 arrivò il premio Nobel, qualche giorno fa il premio Abel che purtroppo ha rappresentato anche la sua ultima apparizione pubblica prima del tragico incidente.