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La thin value bet al river nel cash game: una mossa raffinata per estrarre valore
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In un poker in cui le differenze tra i vari giocatori si assottigliano sempre di più è fondamentale prendere un vantaggio rispetto agli avversari in ogni situazione possibile, anche in quelle che sembrano marginali.
Il segreto quindi diventa non accontentarsi e trarre profitto anche da quelle situazioni dove sembra non ci sia da estrarre più valore.
Facciamo un esempio per comprendere meglio la situazione.
Dopo aver raisato KK da bottone fino a 1 € in una partita cash game 6 max bui 0.25 € /0.50 € , veniamo callati sia dal piccolo che dal grande buio per un piatto generato di 3 €.
Il flop recita 5 7 J e noi effettuiamo una standard continuation bet di 2.20 € che viene chiamata solo dal giocatore sullo smal blind, un giocatore occasionale con uno stack di circa 60 bui.
Il suo call è testimonianza di un ampio range di mani: può avere preso una carta del board, può avere scala bilaterale con 8-6 o 6-4 o alcune combinazioni di incastro e può ovviamente avere flush draw di cuori.
Il piatto è diventato 7.40 € e sul turn 4 continuiamo la nostra azione aggressiva bettando circa 3/4 piatto (5.60 €). Dobbiamo obbligatoriamente bettare perchè questa carta può aver aiutato molte mani che ci sono ancora dietro ma che hanno aumentato la loro equity come 7-6 o 6-4 e l’unico draw chiuso è con 8-6.
Il nuovo call di oppo quindi non ci sorprende più di tanto.
Il river è un A.
Fermiamoci un attimo a ragionare su questa carta. L’asso al river non è sicuramente una buona carta (sebbene sia sicuramente meglio di un 8, un 3, un 6, un J): tutti penseranno questo e praticamente sempre si troveranno a checkare dietro (dopo il check avversario) sperando che oppo non ci abbia sorpassato.
Ma l’asso in realtà non modifica la forza delle mani nel range del nostro avversario. Non è una buona carta semplicemente perchè sarà una scary card agli occhi di oppo.
Troppo spesso viene aiutato il nostro range percepito rispetto al suo (ricordiamo che siamo original raiser che apriamo da bottone).
Alcune volte il nostro avversario potrebbe avere una doppia o aver fatto una coppia di assi grazie all’A che utilizzava per inseguire il suo flush draw, ma in realtà ciò non accadrà così troppo spesso. Sono solo una ventina infatti le combinazioni con l’asso che può avere al river il nostro avversario, rispetto alle circa 140 con le quali ci ha chiamato per due strade su questo board.
Quindi l’asso di fiori in realtà ci fa perdere solo una volta ogni sette.
Essendo però una scary l’avversario molte volte folderà. Ci chiamerà infatti oltre a quelle volte che ha migliorato la sua mano anche in altre occasioni ma le combinazioni totali con le quali riceveremo un call si riducono a circa una settantina visto che folderà alcuni Jack e alcune coppie spaventate dall’asso al river.
Noi comunque possiamo stimare di avere la mano migliore almeno il 60/65% delle volte ed è per questo che è profittevole, invece di checkare dietro, effettuare comunque una bet per valore: una thin value bet.
La thin value bet è quindi una bet il cui valore è sottile ossia una bet in cui abbiamo una mano non così troppo forte ma sicuramente più forte della maggioranza delle mani con cui l’avversario ci chiamerà.
Per effettuare una thin value bet il segreto è avere una precisa conoscenza del range con cui il nostro avversario è arrivato al river e sarà disposto a callare.
La thin value bet avendo un valore intrinseco assai lieve è da fare spesso di un importo abbastanza piccolo rispetto all’ammontare del piatto, proprio per essere chiamati più facilmente da tutte quelle mani che ci sono dietro e non solo da quelle che ci sono davanti.
Abbassando infatti la dimensione della size della nostra bet facciamo sì che si allarghi il range di call del nostro avversario. Allargando tale range restringiamo la porzione di mani che ci battono e allarghiamo quella delle mani che battiamo.
Nel nostro esempio quindi andremo a effettuare una puntata al river di circa 1/3 piatto o anche meno. Personalmente in questo spot mi piace una bet di 4,99 € che su un piatto di 18,60 corrisponde a circa 1/4 piatto.
Così facendo il nostro avversario (che ha una mano migliore della nostra circa una volta su cinque) effettuerà un call matematicamente sbagliato ma sarà comunque portato a investire questi ulteriori 5 euro.
10 big blind che al termine di una giornata possono fare una grande differenza sommati agli altri estratti dalle situazioni marginali.