Poker Room
Comparazione Bonus
-
RoomBonus
Ultime notizie
Video consigliati
“L’avversario non aveva visto il suo colore!” Fabio Coppola e l’eliminazione-beffa all’Omaha WSOP
Non è facile monitorare l’affluenza azzurra a queste affollatissime World Series Of Poker, che anche all’interno di un singolo torneo riescono ad avere un numero di iscritti a cinque cifre, e potete ben immaginare quanto questo possa risultare caotico.
Per fortuna i social network danno una mano in questo, portando dall’altra parte dell’Atlantico molti retroscena e informazioni che magari i portali ufficiali non riescono a prendere.
Ed è così che siamo venuti a sapere di Fabio Coppola, riminese residente a Las Vegas, e del vecchio amico Max Pescatori capitati allo stesso tavolo nell’evento #3: $1.500 Omaha Hi-Lo 8 or Better
Purtroppo il giorno seguente Max ha twittato 140 caratteri non proprio positivi per i nostri alfieri…
Che sfiga @FabioCoppola777 viene eliminato da uno che non sapeva di avere colore e chiamava con doppia agli AA contro QQQ di Fabio. ggbro
— Max Pescatori (@maxpescatori) 29 Maggio 2015
Fabio ci ha raccontato di questo colpo e del torneo Omaha Hi-Lo in cui si è verificato, iniziato con una singolare coincidenza:
“E’ stato un torneo stranissimo, ho deciso all’ultimo momento di giocarlo e sono arrivato al Rio un po’ in ritardo in compagnia di Simone Ricci, l’italiano che lavora per le WSOP. Insomma ero un po’ stanco per via del fuso orario, dato che sono tornato dall’Italia pochi giorni fa, incontro il Pesca che stava facendo dei video nel corridoio del Rio, e gli dico ‘Oh Max, me lo giocherò anch’io questo torneo. Quante sono le odds che andiamo a finire nello stesso tavolo?’ Detto fatto vado a fare il buy-in, vado al mio tavolo… e mi trovo seduto a fianco a Max per tutta la giornata”.
Per un ampio tratto, il torneo va avanti senza registrare particolari colpi di scena:
“Fatico un po’ al day 1 e arrivo al day 2 un po’ corto… Niente di esagerato, potevano bastare un paio di mani per decollare di nuovo. Peccato che le mani importanti non le ho vinte! Ad esempio ho floppato flush col nut-lo draw, ma si è accoppiato il board e l’avversario ha chiuso full runner runner, al river ho dovuto check-foldare. Ci sta, succede, ma vincere quel piatto sarebbe stato importante, mi avrebbe dato un po’ di respiro”.
Finchè non arriva la mano fatidica, in cui Fabio affronta un avversario un po’ distratto:
“La mano decisiva gioco con A-2-Q-4: floppo la donna ed al river ne prendo un’altra per il trips. Lui punta, io chiamo, l’avversario mi chiede cosa ho. Rispondo tris di dame con l’asso e lui lancia le sue carte mostrando due assi, un po’ arrabbiato perché glieli avevo scoppiati. Insomma mentre le riprende per gettarle nel muck un giocatore gli fa notare che ha flush! Lui non se ne era accorto. In tono scherzoso ho invitato il giocatore che aveva fatto notare il punto a farsi un po’ gli affari suoi: a regola se ne dovrebbe accorgere il dealer, ma la regola dice che una volta che l’avversario fa vedere le carte vincenti comunque il punto deve andare a lui, quindi va bene così, sono cose che succedono e bisogna riderci su!”
E le singolari coincidenze con Max non finiscono qui: anche al Pirata Italiano capita un piatto sotto molto aspetti uguale a quello appena raccontato da Coppola.
“Dopo un po’ anche a Max è successa la stessa cosa: aveva trips con l’avversario che aveva chiuso flush senza rendersene conto. Ci sono giocatori che sanno anche giocare, ma in determinate condizioni non si rendono conto del punto che hanno, vuoi per la tensione o chissà per quale motivo… Ma ci sta, è meglio che ci siano anche avversari disattenti :)”
Visto il singolare parallelismo capitato al torneo WSOP Omaha, Coppola ci racconta anche della grande amicizia che lo lega a Max Pescatori:
“Io e il Pesca siamo amici da una vita, saranno 10 anni o 12 anni… Cioè, per renderci conto di che amicizia ci leghi, io ho le chiavi di casa di Max, e per non fargli scaricare la batteria a volte mi faccio un giro sull’Audi cabrio che tiene qui a Vegas. E’ un rapporto che va al di là del poker, siamo rimasti sempre amici sia nel gioco, sia nelle situazioni più serie, sia in altri contesti… Giochiamo spesso a tennis, anche se quest’anno siamo un po’ fuori forma e non abbiamo ancora cominciato”.
Ma non sono solamente poker e tennis a legare i due amici:
“Entrambi siamo degli ottimi buongustai, quando Max viveva a Vegas eravamo praticamente inseparabili ed eravamo sempre a pranzo e cena assieme, mentre adesso succede solo quando i nostri tempi ce lo permettono. Entrambi abbiamo passato molto tempo in oriente, abbiamo in comune una grande passione per la cucina asiatica, in particolare giapponese, ed abbiamo girato tutti i ristoranti giapponesi della zona. In particolare ce n’è uno particolarmente costoso, che appunto chiamiamo ‘Il Gioielliere’ [ride] dove andiamo soltanto in occasioni di ottimi risultati ai tavoli, a festeggiare e a premiarci. Di solito ci siamo soltanto noi due e lo chef praticamente, dato che ci vuole un rene soltanto per pagare il conto!”
Se vuoi vivere in prima persona e commentare i tornei delle World Series partecipa all’evento WSOP Facebook!