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Suited Connectors vs Pocket Pair: i 5 motivi per giocarli
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Sia i suited connectors sia le pocket pair sono mani con alta giocabilità post flop che qualcunque giocatore (anche alle prime armi) sa che è opportuno giocare all’inizio dei tornei, quando i bui sono ancora piccoli in rapporto al proprio stack.
Abbiamo già visto come è meglio giocare quando abbiamo come starting hand una coppietta o quando il dealer ci distribuisce un suited connector.
Ma è meglio giocare gli uni o le altre?
Vediamo insieme i 5 motivi che possono portarci alla scelta corretta in base alla situazione in cui ci troviamo:
1. EQUITY
A seconda del range avversario che ci troviamo ad affrontare l’equity della nostra mano sarà differente.
Le pocket pair (per comodità racchiudiamo in questa definizione tutte le coppie da 2-2 a 7-7) giocano al 35 % circa contro un range di appertura stretto come quello di un’apertura da UTG ma giocano addirittura al 50% contro un range largo come quello dell’apertura da bottone.
I suited connectors invece (5-4s, 6-5s, 7-6s, 8-7s, 9-8s, T-9s) giocano leggermente peggio sia contro un range tight (saremo circa al 33%) sia contro un range loose trovandosi circa al 40%.
La differenza però sta nel fatto che con i suited connectors sarà più facile realizzare la nostra equity, arrivare cioè allo showdown e vincere il piatto in base alle nostre possibilità nel preflop.
Con le pocket pair invece molto spesso saremo forzati a uscire dal piatto e anche contro un range avversario loose difficilmente riusciremo a portare a casa le chips una volta su due.
2. IL MOMENTO DELLE SCELTE
La grande differenza tra suited connectors e low pocket pair sta nella tempistica della scelta che richiedono.
Le coppiette infatti sono delle “early decision hands”, cioè delle mani dove presto decideremo se vale la pena continuare a stare nel piatto o meno.
Ricordate la famosa frase “no set no bet”? Troppo spesso non riceveremo aiuto dal flop che presenterà quasi sempre delle overcard e decideremo così di abbandonare.
Quando invece troviamo un set abbiamo spesso già deciso di investire la maggior parte dei nostri gettoni nel piatto.
I suited connectors invece possono definirsi delle “late decision hands” cioè delle mani con cui trovarci molte volte a inseguire i nostri progetti (di colore o di scala) e a rimandare la decisione di mettere le chips in gioco più avanti nel corso della mano.
Saremo così spesso invogliati a chiamare una bet al flop per poi dover abbandonare la mano tra turn e river.
3. IL NUMERO DEGLI AVVERSARI
Considerare quanti avversari siano coinvolti nel piatto è di fondamentale importanza.
Se da un lato è vero che i set giocano molto bene nei multiway pot poichè spesso troveremo contro mani forti disposte a pagarci, l’equity della nostra coppietta è sicuramente maggiore in una sfida heads up poichè molte volte il nostro avversario non hitterà e con la nostra aggressività potremo conquistare il piatto anche senza aver settato.
Per contro i suited connectors hanno i vantaggi maggiori nei piatti con più giocatori coinvolti mentre in heads up troppo spesso si rischia di pagare troppo profumatamente una coppia bassa pescata sul board.
4. IL FLOP
Giocare il flop con le pocket pair è la cosa più semplice al mondo se vogliamo ridurre le nostre decisioni all’aver hittato una mano molto forte o meno.
L’11% delle volte circa avremo settato e decideremo di continuare nella mano rilanciando o semplicemente callando per slowplayare e non far passare l’avversario. Quindi quasi 9 volte su 10 decideremo di non vedere il turn per non pagare una bet inseguendo quella volta su 25 che cade la nostra carta in quarta strada.
Con i suited connectors la questione si complica.
Solo il 6% delle volte avremo una mano molto forte già dal flop (scala floppata, colore floppato o doppia coppia), però non abbandoneremo la mano nel restante 94% dei casi.
Altre 10 volte su 100 avremo un progetto di scala mentre l’11% delle volte avremo hittato un flush draw.
In totale ci troveremo così a voler vedere il turn quasi 3 volte su 10. Turn che però ci aiuterà anche qui in non più del 5% dei casi.
5. MTT vs CASH GAME
La differenza tra il gioco in early stage nei tornei multitavolo e nel cash game è minima perchè ci troviamo spesso con lo stesso numero di big blind (almeno 100).
Importante però è considerare che anche i nostri avversari (soprattutto quelli più esperti) sanno prendere a volte decisioni corrette e foldare quando sentono di essere battuti.
Questo avviene per lo più nei tornei poichè la sopravvivenza in un MTT è più importante dell’accumulo di chips nella fase iniziale.
Molte volte quindi i nostri avversari preferiranno compiere una scelta più conservativa e foldare qualora abbiano la sensazione che il nostro punto sia più forte del loro. Ciò è ovviamente più facile quando abbiamo dei suited connectors perchè i set riusciremo spesso a mascherarli meglio dei colori e delle scale.
Nel cash game invece gli avversari, anche quelli bravi, compiono scelte strettamente matematiche e si trovano obbligati a fare dei call anche qualora sappiamo che una parte del nostro range potrebbe batterli. Diciamo che sono più invogliati a pagare i nostri punti più forti.
Di contro però i range cambiano e i nostri flush non alti potrebbero non essere più sufficienti costringendoci così a pagare lo scotto delle reverse implied odds.
Quando decidiamo quindi di giocare un suited connector o una coppia bassa dobbiamo sempre considerare tutti questi elementi e non basterà semplicemente rapportarsi con odds e pot odds.