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Alec Torelli ricorda i tempi d’oro dei ‘nosebleed’ online: il racconto del pot più grande vinto in carriera
Una delle notizie che ultimamente ha più toccato il cuore degli storici giocatori high stakes dot com è la chiusura dei tavoli ‘nosebleed’ annunciata da Full Tilt.
Nel corso degli anni ai livelli più alti della red room si sono affrontati i migliori giocatori al mondo: Phil Ivey, Patrick Antonius, Ilari Sahamies, Viktor Blom, per citarne alcuni, hanno mosso milioni di dollari emozionando ogni giorno di più tutto il mondo del poker che li seguiva con il fiato sospeso.
Tra questi troviamo anche Alec ‘traheho’ Torelli, giocatore high stakes italo-americano, che ha voluto rendere omaggio ai tempi d’oro della room che lo sponsorizzava pubblicando un video sul pot più grande mai vinto nella sua carriera online:
Ci troviamo nel 2007, in un tavolo 6-max con blinds $200/$400. Hac ‘trex313’ Dang sceglie di aprire $1.400 da UTG+1, chiamano Steve ‘Thorladen’ Weinstein e Ilari ‘ziigmund’ Sahamies da CO e BTN, lo Small Blind Folda ed Alec da BB sceglie per lo squeeze a $7.777 con AQ.
“All’epoca il gioco era molto diverso: i flat call erano molto più comuni e di conseguenza le 3-bet lo erano meno, gli stack erano più deep ed i pot lievitavano velocemente, perché le size erano molto più corpose, spesso delle dimensioni del pot. Per questo e per non confrontarmi contro 3 giocatori fuori posizione, alzo un po’ la size e decido di rilanciare a poco meno di $7.800. Conoscendoli mi aspetto che Dang foldi spesso e che ziigmund invece essendo loose preflop entri nel colpo.”
Weinstein e ziigmund decidono di vedere il flop T57. Torelli con Flush Draw nut e due overcard punta $14.750 su un pot di $24.931. Alec rimane con $87.834 dietro, e solo ziigmund tra i due avversari ha uno stack inferiore, $40.657.
“Ho l’asso di cuori e il flop è monotone a cuori… Non c’è dubbio che giocherò questo piatto fino alla fine, ma la domanda è: ‘Qual è il modo migliore di giocare questa mano?’. Allora scelgo di uscire puntando perché nell’ottica di quel periodo è una mossa veramente forte, ed in realtà è uno spot in cui nemmeno al giorno d’oggi la gente punterebbe in bianco, quindi so già che nessuno mi rilancerà in bluff attribuendomi molta forza. Inoltre ho una mano veramente forte su quel flop e posso committarmi al piatto con un’equity più che sufficiente.”
Thorladen sceglie per un raise a $40.400 per il conseguente fold di Ilari. Torelli allora decide di shovare trovando il call avversario con KK. A completare il board cadono Q 2 che aggiudicano ad Alec il piatto da $230.099
“Quando vengo raisato su questo spot però, so che mi andrò sempre a scontrare con una mano di valore, ad esempio un set, una doppia coppia, forse un colore basso o un’overpair con una carta a cuori. A quei tempi era molto difficile chiamare preflop con carte offsuited, quindi tendo ad escludere broadway con una carta di cuori. Il raise di Weinstein è la cosa peggiore che mi poteva capitare: Thorladen è l’avversario con lo stack più grande al tavolo ed il suo range sarà molto forte, ma ad ogni modo gioco al 35% anche contro i suoi set e flush chiusi, quindi chiamo volentieri anche se è uno degli scenari peggiori in cui potevo trovarmi”
A metà racconto Torelli fa un’interessante analisi su una domanda classica del poker: “È meglio check-raisare o bet-callare?”.
“Anche se considero ancora il bet come un’ottima opzione, penso che in questo spot la maggior parte delle persone – incluso il me stesso del 2007 – punteranno tutto il loro range di value. Però con un check si aggiunge la possibilità di indurre gli avversari a mettere soldi nel piatto anche con la parte di range che non ha hittato il board. Un check in questo spot spesso rappresenta un check-fold con le mani che non hanno hittato e give-uppano per paura di trovarsi davanti avversari con un punto. Quindi quando checko con valore gli avversari saranno più in difficoltà a gestire lo spot, sapendo che posso mixare check e bet con mani molto forti. In più sapendo che Sahamies potrebbe tranquillamente inventarsi qualcosa dopo un check-check, questa mossa indurrebbe gli avversari a puntare con mani più deboli della mia, permettendomi di check-pushare e far foldare gli altri con mani che non avrebbero foldato. Ad esempio ziigmund potrebbe tranquillamente bet-foldare A-T o K-T ed io vincerei un buon piatto uncontested senza prendermi il rischio di ‘gamblare’ contro mani che non vorrei.”