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Antonio ‘crazysalsero’ Graziano analizza uno storico spot del One Drop: “Per Rast è un colpo imparabile!”
In attesa del final table di novembre che vedrà impegnato il nostro Federico Butteroni, ESPN è ormai pronta a pubblicare le le clip relative al Main Event WSOP 2015 (che saranno disponibili anche su youtube).
Pronti a riconciliarci con l’atmosfera del Rio, quest’oggi abbiamo voluto rispolverare una mano davvero memorabile giocata tra Brian Rast e Sam Trickett durante la prima edizione del Big One for One drop da 1.000.000$ di buy-in.
Per un’analisi approfondita di quel colpo abbiamo interpellato Antonio “crazysalsero” Graziano, che da qualche anno fa ormai coppia fissa con Andrea Borea al commento tecnico in streaming per quel che concerne i principali tornei internazionali targati PokerStars.
Oltre a chiedergli una personale disamina tecnica, abbiamo dunque chiesto ad Antonio come avrebbe vissuto questo spot qualora avesse avuto il privilegio di raccontarlo in diretta in prima persona.
Ma andiamo con ordine, e rivediamo la mano in questione:
Lasciamo dunque la parola ad Antonio che ci offre un’analisi davvero degna di un professionista…
PREFLOP
In un 6-handed dove il più corto ha 24bb, una coppia di 3 non pone mai in situazioni compromettenti nel preflop, per cui hai 3 succose alternative: rubare i blinds, vedere un flop da OR oppure passare se subisci una 3bet. Il call di Rast da bottone con 25bb è più che ragionevole, poichè se Trickett sta aprendo 33, allora apre mediamente un range contro cui A-Js gioca in modo divino post-flop.
FLOP
Su un flop a 3 giocatori e così connesso Trickett non può esimersi dal puntare per valore e protection, ma è interessante la size di 2/5 pot per estrarre valore da un numero elevato di mani. Ogni draw qui ha sempre odds per chiamare e ogni pair non folderà almeno la prima pallottola. Rast dal canto suo, con nuts al flop ha due strade: rilanciare, sperando che Trickett abbia proprio una mano infoldabile com KK o QQ con un pezzo a cuori oppure limitarsi allo slowplay. Credo che qui, con Esfandiari ancora dentro, sia più sensato limitarsi al call.
TURN
A seguito del call di Rast, Trickett riceve una serie di informazioni aggiuntive, poichè Rast ora può avere ancora un connector che ha pescato l’8 sul flop o un asso forte con un cuori, ma non ha mai un range di floating puro. Credo che Trickett punti il turn perché metta Rast su un draw di colore all’asso o su una pair che sta bluffcatchando e non voglia vedere un check behind regalando una free card a Rast. La bet di half-pot dà la sensazione di offrire odds ai draws con overcards, in realtà qui Rast con un flush draw può puntare solo su un cuori che non pairi il board, per cui sarebbe fuori odds. Ed è una puntata ancora stuzzicante per una pair che voglia bluffcatchare. Rast ha scelto la sua linea sul flop e carta migliore non poteva cadere per continuare a slowplayare il suo punto, poichè i due blockers di flush che ha Rast riducono le combo di valore o semibluff di Trickett e quando le combo di bluff crescono rispetto a quelle di valore non resta che fare nuovamente call per far continuare Trickett.
RIVER
Trickett resta con 8.3 milioni su un pot di 15.5. Con il call al turn Rast rappresenta una forza sufficientemente alta per Trickett, poiché adesso ha più spesso una pair/overpair che ha scelto di andare sino in fondo e cresce il sentore che Rast possa avere un flush (ipotesi decisamente più remota prima). Se Trickett pensa che il range di Rast sia questo, non ha alcun senso checkare per indurre al bluff un busted draw di cuori, poiché effettivamente non ci sono molti draws in grado di sostenere la bet al turn e se anche ci fossero dei busted draw all’asso Rast potrebbe checkare dietro con un pizzico di showdown value. Se non c’è range di draw in Rast, Trickett può scegliere qualsiasi importo al river poiché verrà pagato. In conclusione, ritengo che Rast abbia giocato il colpo in modo impeccabile come farebbero tanti ottimi giocatori, ma la sua linea è dipesa in gran parte dalla starting hand e da come si è connessa sul board. Dal suo lato è senz’altro un cooler imparabile. Per Trickett si possono spendere due parole in più perché la sua giocata non è scontata, dai betting patterns attenti al flop per costruire il piatto e permettere al mid-value di stare nel colpo sino ad arrivare alla valuebet perfetta al river, che denota una perfetta ricostruzione della mano e del range avversario.
Questa perfetta ricostruzione fatta ‘col senno di poi’ non sarebbe stata altrettanto semplice e immediata qualora Antonio si fosse trovato in cabina di commento a carte coperte:
“Probabilmente avrei avuto la sensazione che Trickett, fino al turn, avesse molto più bluff che valore, ma l’all-in di Sam su quel river così innocuo mi avrebbe fatto sorgere improvvisamente qualche dubbio, facendomi supporre avesse realmente una mano di valore. D’altro canto non ci sarebbe stato tempo per ragionare sul suo range, visto che Brian ha chiamato in un istante!”