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Storica vittoria per bwin/Gioco Digitale: lo spot televisivo è riammesso dal Giurì!
La notizia è di quelle sensazionali: il Giurì dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha dato ragione alla società bwin Italia e si è pronunciato contro il proprio Comitato di Controllo circa alcuni spot pubblicitari mandati in onda lo scorso mese di maggio sulle reti Rai e Mediaset.
Il Comitato di Controllo aveva rilevato che le immagini festose trasmesse negli spot “Unisciti al coro” si traducono in un invito al gioco irresponsabile e che non basta l’avvertenza iniziale secondo la quale il gioco è vietato ai minori e può creare dipendenza patologica.
Gli spot vedono alcuni giovani far partire cori da stadio dopo aver ottenuto una vittoria in uno dei giochi presenti sulla piattaforma di Gioco Digitale.
Scommesse, casinò e ovviamente la room prima nata in Italia, Gioco Digitale.
Inoltre il richiamo all’uso dell’eventuale vincita per una vacanza al mare porterebbe secondo il comitato a un messaggio di abbandono del lavoro verso una carriera davanti allo schermo del computer o del tablet per scommettere o giocare a poker o al casinò.
Logica è stata la difesa di bwin Italia che con due memorie ha precisato che lo scopo della pubblicità è richiamare l’aspetto sociale del gioco e il momento di godibilità dato dall’esaltazione di una vincita.
Forte secondo i vertici della room anche il richiamo al gioco responsabile sia all’inizio del messaggio pubblicitario sia alla fine con un banner aggiuntivo assolutamente non obbligatorio per legge.
Il Giurì che in questi casi solitamente dà ragione al proprio Comitato di Controllo, dopo aver analizzato i due spot ha sorprendentemente deliberato che la comunicazione commerciale esaminata non è assolutamente in contrasto con il Codice di Autodisciplina e che quindi gli spot sono chiaramente legittimi.
Il Giurì ha rilevato il fil rouge dato dalla commedia italiana anni ’50 che tende proprio a portare l’esperienza di gioco verso l’aspetto sociale e ludico dello stesso e il fatto che i vincitori siano stupiti e portino esaltazione ai vari partecipanti del filmato piano piano facendoli unire al coro è sinonimo che non si affronti la materia gioco in maniera irresponsabile.
Inoltre la voce fuori campo a inizio filmato e il “super” a chiusura attirano l’attenzione dello spettatore verso un comportamento responsabile.
La vittoria di bwin è quindi storica e permette in un momento in cui il comparto gaming è pesantemente sotto attacco da parte dello stato e delle sue diramazioni di guardare con un occhio più positivo verso il futuro.
Le minoranze parlamentari vorrebbero una legge immediata che contrasti la pubblicità del comparto gaming ma sotto questo punto di vista la maggioranza sembra più responsabile, facendo notare come il fermare la pubblicità non risolva assolutamente il problema e anzi lo amplifichi facendo in modo di lasciare maggiormente spazio alla criminalità e ai canali non regolamentati.
Governo che invece sembra muoversi verso la digital tax anche nei confronti delle società di gaming attive sul suolo che per lo più hanno sede sull’isola di Malta. Siamo certi però che anche in questo campo sarà una dura battaglia visti gli innumerevoli problemi di doppia tassazione che il governo italiano dovrebbe così affrontare, come già fatto nel caso di Facebook e Google.
Vediamo insieme i due spot incriminati che rischiano di fare la storia delle battaglie tra società commerciali e IAP.