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Strategia

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il 16 Ott 2015

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Top Five – I teoremi del poker

Top Five – I teoremi del poker

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La top five della settimana vuole affrontare un tema strategico che può aiutare tutti i giocatori meno esperti ma soprattutto essere un reminder per coloro che hanno approfondito il gioco ma spesso si dimenticano i concetti basilari appresi anni fa.

Parleremo infatti dei principali teoremi del Texas Hold’em.

La validità di questi teoremi ovviamente è da prendere con le molle ma essendo essi sempre verso la via conservativa è bene tenerli sempre presenti.

D’altronde la teoria corrisponde alla pratica per cui l’esecuzione della teoria è fondamentale.

5. TEOREMA DI SKLANSKY

Il teorema di David Sklansky è probabilmente il primo della storia e praticamente enuncia che il modo migliore per giocare una mano di poker è fare le stesse azioni che avremmo fatto se avessimo conosciuto le carte del nostro avversario.

Ogni volta che giochiamo una mano in maniera differente da come l’avremmo giocata se avessimo potuto vedere tutte le carte dei nostri avversari, allora loro ci guadagnano.

Ogni volta che giochiamo la nostra mano nello stesso modo in cui avremmo giocato se avessimo potuto vedere tutte le carte avversarie, allora loro ci rimettono.

Viceversa, ogni volta che i nostri avversari giocano le loro mani in maniera diversa da come avrebbero dovuto se avessero potuto vedere le nostre carte, allora noi ci guadagnamo; e ogni volta che i nostri avversari giocano le loro mani nello stesso modo in cui avrebbero giocato se avessero potuto vedere le nostre carte, allora noi ci rimettiamo.

La parte in cui cade in fallo questo teorema è quando ci troviamo in un piatto multiway perchè in quella situazione la scelta potrebbe non essere corretta.

4. TEOREMA DI CLARKMEISTER

Il secondo teorema parla dei board con quattro carte dello stesso seme ed enuncia che qualora ci troviamo in heads up fuori posizione su un board del genere al river dobbiamo sempre bettare.

Questo perchè un board con 4 carte dello stesso seme è una situazione ideale per bluffare e quindi troveremo una gran quantità di fold da parte del nostro avversario che semplicemente non avrà mai la quinta carta di quel seme per chiamare nè la voglia di fare un hero call.

Certo capiterà a volte che il nostro avversario avrà il nuts ma sarà un numero di volte troppo limitato per non rendere profittevole una puntata al river.

Il teorema di Clarkmeister va utilizzato quando abbiamo una mano che vogliamo trasformare in bluff.

Se invece abbiamo un buon punto come top set o colore al kappa o alla donna sarà semplicemente meglio check/callare e far bluffare il nostro avversario.

3. TEROEMA DELLO YETI

Il teorema dello yeti è uno dei più in voga negli ultimi tempi ed enuncia che una 3bet su un flop poco coordinato, soprattutto con due carte dello stesso valore è sempre un bluff.

Qualora infatti avremo rilanciato la continuation bet dell’avversario per esempio su un board 838 con 99 e ci trovassimo di fronte a un ulteriore rilancio quasi sempre ci troviamo di fronte a un bluff.

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La cosa migliore in questo caso è andare semplicemente all in per valore.

Il teorema dello yeti si basa sul principio che nessuno con una monster voglia ulteriormente rilanciare su un flop senza progetti (soprattutto se pairato) perchè troverebbe azione solamente da un set o da un trips.

L’argomento è molto trattato ultimamente perchè come contromossa molti giocatori hanno iniziato a giocare in maniera fast piuttosto che slowplayando quando si trovano su board dry in modo da mixare il loro gioco.

2. TEOREMA DI ZEEBO

Partendo dal presupposto che nessuno sia così bravo da foldare una mano monster Zeebo ha enunciato il teorema che prevede che nessuno folda mai un full.

Ci sono due applicazioni per questa frase.

La prima è che quando abbiamo la sensazione che il nostro avversario abbia un full ma noi abbiamo un punto superiore dovremmo andare comunque all in per cercare di guadagnare il maggior numero di chips possibili.

Difficilmente infatti troveremo un fold dal nostro avversario.

La seconda è ovviamente quella che è inutile tentare di bluffare contro un avversario che ha full.

L’esempio più comune è quando ci troviamo su un board con tre carte dello stesso valore. Sarà quasi impossibile far foldare al nostro avversario una coppia e allo stesso modo sarà impossibile farlo foldare se avrà pescato uno degli altri due pezzi del board.

Potremo usare questa difficoltà nel trovare il fold a nostro vantaggio qualora ci troviamo in mano con quads o full più alto e potremo così guadagnare molti gettoni.

Questo è forse il teorema più sicuro tra quelli presentati finora.

1. TEOREMA DI BELUGA

Il teorema di Beluga (dal nome dell’utente del forum americano twoplustwo belugawhale) è uno dei più conosciuti nel mondo del poker e dice che quando al turn dopo aver rilanciato nel preflop e al flop ci troviamo di fronte a un raise o a un check raise dovremmo riconsiderare la forza della nostra mano.

Nei piatti raisati infatti la maggior pare dei giocatori chiama semplicemente con una coppia e con dei progetti. Il turn è la strada quindi dove chi ha floppato una monster termina il suo slowplay (soprattutto se fuori posizione) e costruisce il piatto.

Non stiamo dicendo che dovremmo foldare ogni volta che veniamo rilanciati al turn ma dovremmo riconsiderare l’action e la forza del nostro punto e soprattutto domandarci cosa potrebbe avere in mano il nostro avversario.

Questo teorema si applica soprattutto contro giocatori occasionali mentre contro avversari ostici dobbiamo pensare a Beluga al contrario a volte perchè dovremo considerare il fatto che il nostro avversario possa fare floating sul nostro rilancio al turn o possa trasformare in bluff molte mani di medio valore.

 

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