Poker Sportivo, Ministero degli Interni e indiscrezioni

Non ci è ancora dato di conoscere il contenuto del parere espresso dal Ministero degli Interni in merito alla richiesta da parte del Consiglio di Stato, riguardante il ricorso dell’ormai nota associazione “Poker One” di Campobasso. Pare però che il parere sia stato redatto e consegnato al tribunale supremo. Che ne sarà quindi del Texas Hold’em o, meglio, che ne sarà del sopra citato ricorso, e quindi, di conseguenza, del Poker Sportivo?

Con la speranza di sbagliarci scriviamo quello che più che un resoconto giornalistico appare come un pronostico, sportivo per l’appunto. E se il Ministero avesse detto nulla di più e nulla di meno dell’ovvio? Ovvero che la decisione finale sulla liceità di questo o quell’altro torneo spetta alla singola questura? In un certo senso ciò che già si sapeva. Ci auguriamo di no, dai! Ci auguriamo che, data la evidente disomogeneità interpretativa da parte delle Questure, il Ministero abbia dato un input nella direzione dell’univoca interpretazione. Non possiamo pensare che il tanto atteso parere si riveli nulla di più di un’ovvietà timbrata che alimenterà ulteriormente i già esistenti paradossi interpretativi tra province, spesso addirittura attigue. Che la decisione finale spettasse alle singole Questure provinciali già si sapeva. Non dovrebbe, usiamo il condizionale, dircelo, anzi ripetercelo, il Ministero. Tra l’altro, ripetere l’ovvio equivarrebbe a respingere, gioco forza, il ricorso della “Poker One”. Bocciatura del ricorso e ricaduta, da domani ancor di più, della responsabilità sulle teste dei Questori. Immaginate voi stessi, in questo scenario, se saranno più le rose o più le spine.

Quello che il Ministero dovrebbe invece scrivere, al di là dell’ovvio, è “come” i Questori debbano interpretare la vigente normativa. Un piccolo aiutino, insomma. Il Ministero dica qualcosa di sostanziale. Anzi, che dica solamente qualcosa, parafrasando un film di Moretti. Questo è ciò che l’Italia del Poker si attende. Ma nulla è trapelato dal Viminale e tutti noi attendiamo fiduciosi. O no?

Il profeta

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