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L’avvocato Rosa sulle tasse di Butteroni: “La tassazione italiana con le aliquote Irpef è indebita e illegittima!”
Nei giorni scorsi abbiamo visto come Federico Butteroni in realtà incasserà molto meno del milione di dollari vinto quest’anno alle World Series of Poker, poichè dovrà versarne una buona parte nelle casse dello stato italiano.
Stando ai calcoli fatti secondo la normativa vigente, il nostro november nine dovrà pagare più del 42% (pari a quasi 500.000 €) delle vincite accumulate nel 2015 in tasse.
Per sua fortuna l’importo è inferiore a quella metà circa che era stata paventata inizialmente da alcune fonti internazionali, ma resta comunque un esborso per nulla irrisorio.
Abbiamo chiesto all’avvocato Massimiliano Rosa, esperto tributarista da sempre legato al mondo del poker, sia in qualità di professionista sia in qualità di giocatore, se effettivamente Butteroni debba versare l’astronomica cifra di 467.880 € per le sue vittorie nel 2015:
aliquota imposta
da 0 fino a 15.000 23% 3.450,00
da 15.000 a 28.000 27% 3.510,00
da 28.000 a 55.000 38% 10.260,00
da 55.000 a 75.000 41% 8.200,00
da 75.000 a 1.026.405 43% 409.104,00
TOTALE IRPEF LORDA € 434.524,00
ALIQUOTA MEDIA 42,33%
IPC: “Se Butteroni non facesse rientrare la vincita in Italia ma la lasciasse negli Stati Uniti cambierebbe qualcosa circa la tassazione da applicare. Potrebbe posticipare il pagamento dell’imposta a quando i capitali rientreranno in Italia?”
IPC: “Butteroni avrebbe modo di pagare una cifra minore di tasse in futuro con uno spostamento di residenza?”
IPC: “Essendo vigente una tassazione alla fonte in Italia per le vittorie nei casinò italiani potrebbe Butteroni pensare di pagare il 20% circa come se ci fosse una ritenuta alla fonte e poi vedere la reazione dell’Agenzia delle Entrate.”
Rosa: “Risulta davvero complesso rispondere a questa domanda. Da un punto di vista sostanziale potrebbe avere un senso ma sotto l’aspetto tributario si tratterebbe di un palese errore tecnico. La dichiarazione della vincita nel quadro RL, dove va indicata, comporta automaticamente il suo assoggettamento all’IRPEF, predeterminato per legge. Non è tecnicamente possibile trasformare una persona fisica, soggetta all’imposta sul reddito, in un sostituto d’imposta non previsto dall’ordinamento tributario. L’Ade farebbe sicuramente un accertamento al Butteroni, contestandogli la differenza e, a quel punto, egli dovrebbe difendersi partendo da una posizione molto scomoda, avendo fatto lui stesso una formale adesione alla previsione normativa (tassazione progressiva dell’IRPEF).
Il mio deciso parere è che la tassazione di questa vincita con le aliquote IRPEF sia assolutamente indebita ed illegittima, sotto svariati profili, che spaziano dal diritto tributario internazionale, al diritto convenzionale e costituzionale interno. Si tratta di argomenti troppo tecnici per essere affrontati in questa sede ma posso solo dire che quando esprimo un parere legale, significa che ne sono profondamente convinto e, con una certa immodestia, devo constatare che difficilmente mi sbaglio; anche agli albori del Progetto ALL-IN, quando parlavo di diritto comunitario, i funzionari dell’Ade, ma anche la maggior parte dei miei colleghi, mi guardavano come se fossi un marziano, e abbiamo visto come è andata a finire. Sono convinto che Butteroni non dovrebbe versare allo Stato il 42,33% della somma vinta ma, al limite estremo, solo una quota sensibilmente minore; tuttavia, non sono convinto che la strada migliore per raggiungere l’obiettivo sia quella di dichiarare il totale e versare il 20%.
Una cosa è certa, per non versare l’intera somma pretesa, temo che Butteroni non potrà fare a meno di passare attraverso lunghe sedute presso gli uffici dell’Ade, ovvero, più probabilmente, attraverso il contenzioso tributario.
Concludo evidenziando un altro aspetto piuttosto importante: qualora Butteroni non presentasse la dichiarazione dei redditi, ovvero la presentasse senza inserirvi l’importo della vincita, potrebbe essere perseguibile penalmente ai sensi del D.Lgs. n. 74/2000, con una pena da 1 a 3 anni di reclusione (reati di omessa dichiarazione e di dichiarazione infedele). È evidente, quindi, che ci troviamo di fronte ad un caso davvero molto complesso, da trattarsi con estrema delicatezza e competenza tecnica.”