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Le domande che permettono di giocare al meglio i tornei di poker
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Il segreto per un giocatore di successo di tornei multitavolo è trarre il maggior profitto da tutte le mani che lo vedono impegnato, mettendo pressione agli avversari ma senza trovare l’eliminazione dal torneo stesso.
A differenza del cash game, dove possiamo ricaricare in caso di sconfitta, negli mtt la perdita dell’intero stack comporta l’eliminazione e la fine del gioco.
Lo sa bene il giocatore e coach russo Dmitry Zaitsev che dopo la recente vittoria in un importante torneo online ha spiegato i suoi thinking process nelle mani più importanti che lo hanno portato al successo.
Come vedremo non sempre sono necessari cooler a favore per il successo in un torneo, ma con le abilità di hand reading si può sopperire alla mancanza di carte.
Per sapere leggere bene le situazioni e gli spot che ci troviamo ad affrontare una delle cose fondamentali è sapersi fare le giuste domande al momento corretto.
La prima situazione è a bui 1.000/2.000 con Zaitsev che si trova sul bottone con Q9 e un piatto unopened.
Il raise a 4.000 è standard e trova la difesa dello small blind e il fold del grande buio.
Il board non aiuta particolarmente Hero perchè è 5JK, ma la continuation bet di 4.900 è piuttosto naturale.
Dopo il call dell’avversario è l’A al turn si opta per una second barrel a 9.800 trovando un nuovo call.
River 8 e dopo il check avversario Zaitsev decide di andare all in per 81.000 chips totali.
Per analizzare questa mano dobbiamo partire dal range preflop dello small blind che possiamo restringere a mani con broadways, assi medi, qualche coppia e qualche punto forte slowplayato nel preflop.
Il flop di conseguenza aiuta abbastanza questo range ma unendo la fold equity a qualche punto di equity dati dal progetto backdoor di colore e di scala la continuation bet è una move buona. Il call dell’avversario restringe chiaramente il range alle broadways per la maggior parte delle volte. L’asso al turn è una carta perfetta per continuare l’aggressione anche perchè non dovrebbe aver aiutato il nostro avversario. Allo stesso modo se il nostro avversario non è un novellino dovrebbe sapere che blufferemo molto spesso questo asso se non abbiamo combinazioni di valore nelle nostre mani e quindi il suo call è standard.
Il punto focale della mano diventa quindi il river che è una blank.
A questo punto emerge la qualità del giocatore professionista in grado di farsi le giuste domande per arrivare alla conclusione:
1. Abbiamo abbastanza combinazioni di valore nel nostro range che possono bettare tre strade per valore?
La risposta è positiva perchè nel range di apertura da bottone abbiamo tutte le combinazioni di nuts e varie combinazioni di doppia coppia, dalla più forte come AK fino a un A8 runner runner.
2. Può avere il nostro avversario doppie coppie o punti abbastanza forti?
Difficilmente il nostro avversario ha punti forti tra le proprie mani. Il call al turn significa che almeno 3 volte su 4 avrà mani di medio valore (magari con un gutshot) e 1 volta su 4 avrà invece il nuts con QT. Avendo noi in mano una donna questo numero di volte si restringe. Con doppia coppia (KJ) o set(55) avrebbe probabilmente rilanciato al turn per non far cadere al river scary card.
3. Quale è il range più probabile con il quale il nostro avversario ha chiamato due strade? Potrebbe foldare di fronte a una third barrel?
Il range più plausibile come abbiamo visto è composto da broadway che non sono state aiutate dall’8 al river. La maggior parte delle volte il nostro avversario avrà tra le mani un K o un J che difficilmente potranno chiamare il nostro all in al river.
La seconda mano che Zaitsev analizza è abbastanza differente perchè la starting hand di partenza è una monster hand come AA.
A bui 1.400/2.800 di fronte all’apertura da middle position a 5.900, da small blind “Mozgolov26” opta per una 3bet a 14.000. Call dell’avversario in posizione.
Flop AJ6 e check/call sulla puntata dell’avversario a 13.000. Il turn è 3 e assistiamo a un doppio check.
River 9.
Ancora una volta la decisione è al river.
1. Che mano potrebbe avere il nostro avversario? Può giocare così un colore?
La puntata al flop e il check al turn sembrano rappresentare una mano abbastanza buona che è stata intimorita dal terzo quadri al turn. Sebbene difficile visto che abbiamo due assi il nostro avversario potrebbe avere AK,AQ oppure un set o una doppia (AJ). Difficili altre combinazioni di medio valore e difficile soprattutto che abbia colore perchè ogni colore che può avere non è nuts e quindi avrebbe sicuramente bettato per protection al turn.
2. Che range rappresentiamo con la nostra action?
Il nostro range percepito è molto debole. Difficilmente il nostro avversario si aspetta tra le nostre mani una combinazione così forte come top set.
3. In quale modo estraiamo il massimo valore?
Il massimo valore da estrarre è l’all in avversario che però corrisponde all’entità del piatto cioè circa 54.000 gettoni. Puntare questo importo al river farebbe sicuramente foldare le mani di valore medio e addirittura delle doppie al nostro avversario. Se puntassimo mezzo piatto invece non riusciremmo a estrarre tutto il valore possibile da mani come coppia di jack e faremmo foldare i possibili bluff.
Check/raisare sembra quindi la scelta migliore perchè difficilemente il nostro avversario checkerà dietro mani di valore visto il nostro range percepito e difficilmente ci schianteremo contro un punto più forte visto che ci sono pochissime possibilità abbia colore.
Il plan va a buon fine perchè di fronte alla bet 15.000 del nostro avversario, andiamo all in e veniamo chiamati da un set di 6. Il nostro check/raise appare infatti strano e potremmo aver fatto pensare all’avversario di aver giocato così un A.
Farsi le giuste domande permette di estrarre il massimo valore da ogni situazione anche con giocate non standard che ormai devono essere nel bagaglio di ogni giocatore che vuole rimanere al passo coi tempi e vincere a Texas Hold’em nel 2015.