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il 18 Dic 2015

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Le skill (segrete) dei poker pro: Marco Della Tommasina e la table selection

Le skill (segrete) dei poker pro: Marco Della Tommasina e la table selection

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Al termine di una recente intervista sul WPT di Parigi, Saman Ziarati ci ha salutati con queste parole: “un’abilità del professionista dovrebbe essere pure quella di trovare sempre la partita migliore.”

Questo non è per nulla un concetto nuovo nel mondo del poker, ma bisogna ammettere che ultimamente è dato molto per scontato, e molti grinder che approcciano al mondo del live non lo tengono più in considerazione.

Forse perché abituati a sedersi in tavoli full reg ed avere difficoltà a trovare occasionali ai limiti in cui giocano, forse perché nei live non c’è molta scelta di tavoli e ci si siede dove si trova, a volte i neo-rounders riducono i loro profitti perché non cercano il tavolo migliore dove sedersi.

Abbiamo approfondito l’importanza di questo aspetto nel mondo dei live con qualcuno che la sa lunga sull’argomento: Marco Della Tommasina.

“Secondo me la table selection è un aspetto fondamentale del gioco live. Ne parlavo con degli amici pochi giorni fa e credo che sia uno dei motivi per i quali io e molti giocatori diciamo ‘vecchia scuola’ riusciamo ad essere ancora player vincenti dopo più di sette anni che facciamo i rounder di lavoro. In questi ultimi tempi molti giocatori giovani sono probabilmente più skillati di noi, più preparati dal lato tecnico e teorico, ma la nostra esperienza ci permettere di continuare a vincere grazie a quei piccoli accorgimenti che i nuovi player non prendono sempre in considerazione.”

Marco ci ricorda che i vecchi comandamenti del poker non perdono mai di verità, e che c’è una differenza tra chi vuole essere Matt Damon e chi John Turturro

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“Vale sempre la regola che non è importante essere il più bravo giocatore al mondo, basta essere il migliore al tavolo, e nelle mie priorità c’è questo, mentre un ragazzo giovane, magari per ingenuità, per mettersi alla prova o magari per presunzione, può sedersi contro giocatori più forti di lui e non credo sia una cosa saggia. Per dirne una io da un po’ di tempo gioco a limiti più bassi di qualche tempo fa, ma solo perché con il field che si trova ad un livello più basso posso fare anche più profitto di quanto farei al livello superiore. Mi potrei paragonare un po’ a Joey Knish di ‘The Rounders’ per il tipo di approccio che ho al gioco, l’importante è trovare sempre il tavolo migliore 😀 “

Purtroppo però non ci sono grandi trucchi per la table selection, se non maturare una buona esperienza. Ma tutto il tempo perso a scegliere il tavolo migliore è un investimento.

“È vero che per fare table selection in Europa, dove le mete del poker sono molto sparse, si deve sacrificare un po’ di tempo per il gioco, per esempio: adesso sono a San Marino e scopro che c’è un tavolo buono a Praga, per forza devo saltare un giorno di giochi… ma sono convinto che ne valga la pena. Poi il problema può essere come sapere dove trovare il tavolo migliore, e lì l’unico modo è farsi esperienza: conoscere il field che si vuole affrontare e sapere dove trovarlo, poi magari ti arriva la notizia da un amico che da qualche parte è arrivata una carovana di giocatori amatoriali.” 

Purtroppo però “non si nasce imparati”… e allora come si può cominciare una vita da rounder se non abbiamo l’esperienza necessaria?

“Allora, diciamo che molti giocatori della nuova generazione non considerano molto chi hanno di fronte, anche se non è totalmente vero visto che ne conosco di molti che fanno una table selection molto accurata. Il primo punto è che devi avere sempre un’idea di chi ti sta di fronte, se non conosci un giocatore devi cercare qualsiasi informazione utile. Mettiamo che oggi vuoi cominciare una vita da rounder e ti siedi all’1€/2€ a Nova Gorica, ti trovi contro metà giocatori sloveni e metà giocatori italiani, che sono lì perché sono usciti da un torneo. A quel punto devi capire contro chi vuoi giocare e cercare di giocare sempre contro di loro, seguirli, sapere dove andranno. Una buona idea è seguire quei tornei low buy in che fanno buoni numeri: spesso i giocatori che escono si buttano al Cash che non è il loro main game o da tiltati. Io seguo spesso gli eventi WPT perché mi piace molto il field che portano al cash. Comunque puoi anche scontrarti contro avversari preparati se non ci sono altri tavoli, ma devi capire che sono preparati e sapere come ottenere i tuoi vantaggi… io comunque non capito mai in queste situazioni visto che vado dove trovo buoni tavoli e se c’è un tavolo full reg non mi siedo proprio.” 

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