Fin dall’inizio dello sviluppo del Texas Hold’em, i migliori giocatori hanno compreso che il modo migliore per vincere è quello di essere aggressivi.
Come la maggior parte dei consigli, questo è arrivato fino alle masse e anche negli stakes più bassi, per ciò che concerne il cash game live, si possono notare giocatori molto più aggressivi.
Contro questo tipo di giocatori possono essere utili degli accorgimenti tattici e strategici non convenzionali che però sono profittevoli contro un determinato tipo di field.
LIMP/CALL
Uno degli assiomi del poker moderno è sempre stato quello di aggredire sin dal preflop.
Il semplice limp è da sempre quindi considerato un abominio soprattutto nel cash game.
In determinate partite e contesti però soprattutto qualora ci trovassimo di fronte a giocatori molto aggressivi ma poco sensati e con stack molto profondi, avere un range di limp dalle prime posizioni del tavolo in un tavolo full ring, ossia con nove o dieci giocatori, può essere una strategia interessante.
Sarà preferibile usare mani con un’alta board equity come i suited connector o le broadway suited oppure coppie basse che saranno facili da giocare nel post flop.
Potremo così investire poco almeno inizialmente e decidere come affrontare il proseguio del pre flop a seconda dell’azione compiuta dai nostri avversari e dal numero di call eventualmente ricevuti sull’apertura di uno degli altri giocatori.
LIMP/RAISE
Avere un range di limp da early position ci consente anche di poter inserire la cosiddetta “mossa del nonno” nel nostro arsenale.
Detestata dalla maggior parte dei grinder in certi contesti live però risulta essere molto efficace sopratttutto se fatta con un range più ampio della “solita” coppia di assi.
La “mossa del nonno” consiste nel limpare dalle posizioni di under the gun e poi quando torna la parola a noi dopo un raise avversario effettuare una 3bet o in alcuni casi una 4bet per ingrandire il piatto.
Fatta solitamente dai giocatori con più esperienza a livello anagrafico nasconde solitamente una monster hand.
Importante sarà ovviamente scegliere il giusto tavolo dove sperimentare questa move e in caso decidessimo di farla in bluff abbandonare subito il colpo se ricevessimo come risposta un ulteriore rilancio.
CHECK/RAISE
Il check/raise al flop è sicuramente una move conosciuta da quasi tutti i giocatori ma è praticamente sempre fatta quando nel preflop abbiamo chiamato il rilancio di un avversario e ci troviamo fuori posizione.
Da aggressori invece è molto più standard la continuation bet.
Contro giocatori aggressivi e poco esperti il check/raise da original raiser è una mossa ancora poco conosciuta e che possiamo fare sia con mani molto forti (ma in questo caso a volte potrà bastare un anche un check/call al flop per ingrandire il piatto nelle strade successive) sia con mani deboli che però per esempio hanno hittato in parte il board.
Con una
bottom pair infatti potremo abilmente fare un check/raise in bluff facendo così foldare sia i bluff del nostro avversario (che potrebbero però superarci nel corso della mano) sia mani più forti. E’ importante scegliere adeguatamente sia gli avversari contro cui effettuare questa mossa sia i board sui quali operare un check/raise: dovremmo per esempio privilegare combinazioni dove abbiamo comunque un po’ di
equity o mani che blockerano i possibili punti forti del nostro avversario (per esempio A
4
su board T
4
9
dove col 4 blockeriamo le possibili combinazioni di set e con l’A
blockeriamo i flush draw nuts).
CALL
Chiamare solamente è una mossa spesso considerata passiva e fatta con un range abbastanza debole.
Contro giocatori aggressivi però il call è una mossa standard. Ciò che non è standard (soprattutto agli occhi di un giocatore occasionale) è chiamare semplicemente su un board drawy che contiene numerosi progetti anche se abbiamo in mano un punto abbastanza forte.
Qualora per esempio ci troviamo con
set su un board del tipo Q
T
9
potremmo, e anzi dovremmo, optare per il call anche con coppia di 9 tra le mani.
Gli avversari tenderanno a escludere le combinazioni forti dal nostro range e a pagarci molto più volentieri anche importi molto grossi tra turn e river.
Stessa cosa potremo fare addirittura con scala a meno di avere precise info che il nostro avversario faccia degli overplay con mani come QJ o JT.
La cosa a cui fare sempre attenzione è quella però di rivalutare la nostra azione a seconda delle carte che cadono nel preseguio della mano: un 8, un K o una carta di picche non solo dovranno farci drizzare le antenne ma dovrebbero anche spaventare il nostro avversario che potrebbe essere fermato dal compiere altre mosse aggressive a meno di aver chiuso uno dei progetti presenti sul board.
OVERPOT
Chiudiamo questa carrellata con una mossa non convenzionale mutuata dai più forti giocatori al mondo che tendono a usare molto l’overbet al turn e al river.
Overpottare significa puntare una quantità di chips maggiore dell’importo del piatto nella speranza o di farci pagare una cospicua somma da una mano perdente o far foldare una mano vincente.
Negli small stakes del cash game live ci troviamo spesso di fronte a giocatori che hanno poca capacità in termini di hand reading e soprattutto che non credono mai alle grosse puntate dei loro avversari.
In questo contesto dovremmo usare l’overbet soprattutto quando abbiamo un punto molto forte e gli altri avversari possono, dato il board, avere a loro volta un punto forte come full o colore ma sicuramente inferiore al nostro.
Per esempio su un board 2
2
9
5
2
se abbiamo in mano 5
5
o un 2 la scelta migliore sarà di fare una
size enorme (la cosiddetta “valigia”) perchè difficilmente il nostro avversario sarà in grado di foldare un nove o una overpair.
Avere nel proprio arsenale l’overpottata permette anche di utilizzarla in contesti in cui magari non abbiamo la mano migliore (soprattutto su board scary) o c’è il forte rischio di dividere il piatto.