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Simone ‘IlGrandeZuma’ Maggio incontra Jamie Gold ai tavoli cash del Venetian!
Dopo un anno intenso, fatto di lunghe sessioni davanti al pc, Simone “IlGrandeZuma” Maggio, in compagnia dell’amico Simone “BAK-VASTO” Baccalà, ha deciso di partire alla volta di Las Vegas per a pieno la follia della capitale mondiale del gioco d’azzardo.
Non una, non due settimane, ma addirittura tre mesi per vivere a pieno Sin City, provando a far valere le proprie skills ai tavoli cash dei più rinomati casinò della strip.
Due sere fa Simone si è diretto verso il Venetian alla ricerca di una partita stuzzicante, e con sua grande sorpresa si è imbattuto in un personaggio che, nel bene e nel male, ha scritto una pagina di questo gioco:
“Siamo qui a Vegas per provare un po’ di cash game live, staccando finalmente la spina dal duro impegno online. Resteremo fino a marzo e presto ci raggiungeranno altri italiani, alcuni di passaggio e altri staranno per un po’. Domenica decido di schierarmi al 2$-5$ al Venetian e scorgo un tipo in un altro tavolo con una faccia che non mi sembra nuova. Inizio la partita e dopo un’oretta di gioco si libera il posto alla mia sinistra. Il floorman chiede al giocatore se era interessato a spostarsi di tavolo: accetta e me lo ritrovo a fianco. OMG, è Jamie Gold!”
Proprio lui. Il più ricco vincitore del Main Even WSOP. Colui che grazie al successo del 2006 riuscì ad incassare ben 12.000.000$! Personaggio di cui si è discusso tantissimo: personalità frizzante, vena da gambler e una sfrontatezza all’apparenza incontrollabile lo portarono pochi mesi dopo a schierarsi all’High Stakes poker contro i mostri sacri del giochino. Lì iniziò la sua celere e brusca discesa. D’immagine e di bankroll.
Eppure, stando alle parole di Simone, 10 anni dopo quella vittoria Jamie sembra una persona molto diversa rispetto a quella di cui si è tanto parlato:
“Mi sono subito fatto un selfie e ho iniziato a chiacchierare con lui: beh, mi è sembrata persona veramente piacevole e per nulla arrogante, tutto il contrario dell immagine dipinta dai media. Ha intrattenuto il tavolo raccontando aneddoti e dandomi qualche consiglio sulla vita a Sin city. Ha insistito anche per offrirmi i famosi biscotti del casinò, quelli al cioccolato classici americani, appena fatti, ancora caldi e, ammetto, davvero deliziosi. Mi ha spiegato che non era in città per il poker, ma bensì per l’esposizione annuale di elettronica (CES) dove lui ha investito. Per quanto riguarda lo stile al tavolo ha giocato quasi tutti i pot, fatto sempre straddle, ma tutto sommato ha giocato abbastanza sincero. Gli ho vinto diversi piatti e mi ha detto che non mi avrebbe bluffato perché a sua detta stavo giocando troppo tight! Effettivamente ho giocato più chiuso del solito, conoscendo il giocatore, non proprio money scared a un 2-5, e mi sono limitato a bettare le mie mani forti aspettando che ne combinasse una delle sue. E alla fine ho avuto ragione, nonostante fosse in position, a fine sessione è stato lui quello ad alzarsi con diverse centinaia di dollari in meno. 🙂 “