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Gang di bari truffa $50.000 al Grosvenor Victoria Casino scambiandosi le carte sotto al tavolo
Non è passato troppo tempo dall’ultima notizia di cheating al tavolo verde, il croupier londinese che nascondeva le fiches nei calzini grazie ad un tunnel apposito costruito all’interno dei pantaloni.
La notizia ha riscosso l’interesse di molti, più per l’ingegnoso sistema architettato che per la truffa in sé, e anche il re dei bari Gianfranco Preverino ha voluto dire la sua al riguardo.
Gianfranco ha ricordato come nel corso dei secoli gli stratagemmi dei bari non siano mai cambiati molto, l’obiettivo dei truffatori resta sempre lo stesso anche se i metodi si evolvono rimanendo in fondo varianti dello stesso sistema grezzo iniziale.
Qual è la più classica delle truffe al tavolo da gioco? La risposta -scontata- è scambiare le proprie carte con altre migliori, il famoso “asso nella manica”.
A poche miglia di distanza dallo scandalo del Cromwell Mint, una gang di bari è finita sotto processo per essersi appropriata illegalmente di £33.600, equivalenti a $50.000 americani, nell’arco di un mese dai tavoli di Three Card Poker del Grosvenor Victoria Casino.
La tattica dei cinque truffatori era elementare: due giocatori univano le loro mani di partenza passandosi le carte sotto al tavolo per creare un punto più alto, mentre un terzo aveva il compito di distrarre il dealer e il quarto faceva il palo.
Una volta scoperti, tre dei cinque bari hanno ammesso la loro colpevolezza, mentre gli altri due hanno aspettato fino al processo di ieri per dichiararsi anch’essi colpevoli.
Il giudice Charles Wide aggiornerà la sentenza per il quintetto il 9 febbraio, avvisando i colpevoli che non c’è l’intenzione di condannarli al carcere, ma di non voler né fare promesse né creare aspettative.