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La Corte D’Appello di Amsterdam sentenzia: “Il poker è un gioco di fortuna”
Avevamo appena finito di parlare con Dario De Toffoli delle differenze tra skill games e giochi d’azzardo e del vuoto legislativo del poker in Italia, che dall’Olanda giunge questa notizia.
La Corte D’Appello di Amsterdam ha stabilito che il poker è un gioco basato sulla fortuna, contraddicendo di fatto un’altra sentenza emessa in Olanda due soli anni fa, che aggiudicava al poker il meritato titolo di skill game.
Chi farà le spese di questa presa di posizione della Corte D’Appello saranno Richard Blaas e Rene Kurver, arrestati nel 2007 per aver organizzato un torneo da €10+Rebuy al Café de Viersprong Bussem, ai quali si aggiunge il poker player olandese Steven van Zadelhoff arrestato sei anni fa per gli stessi motivi.
L’accusa è di aver infranto la legge sul gioco d’azzardo, ma la legge stessa non è affatto chiara nella distinzione tra gioco d’azzardo e skill game.
L’avvocato Peter Plasman ha preso le difese dei tre, riuscendo apparentemente a spuntarla quando la corte di Amsterdam ha fatto decadere le accuse dicendo che il poker è principalmente un gioco d’abilità.
La situazione ha preso però una piega inaspettata quando la Corte D’Appello ha invece affermato che il poker sia a tutti gli effetti un gioco di fortuna. Plasman ha risposto sostenendo che il poker è un complicato gioco tra più persone nel quale l’alea ha un determinato ruolo, che le autorità fiscali olandesi accettano il professional poker player come professione, e che di conseguenza il poker deve essere considerato uno sport.
La risposta della Corte D’Appello è stata secca: “È gambling ogni gioco dove la probabilità di vincere dipende dal caso, anche se la probabilità aumenta se il giocatore è più competente o abile.”
Come se non fosse abbastanza, la Corte D’Appello ha aggiunto che in un torneo la fortuna ha troppo valore, e che i giocatori non possono avere il controllo sulle carte a loro distribuite, indifferentemente dalle loro abilità.
Si capisce subito che chi ha pronunciato queste parole non ha mai preso due carte in mano… Forse Marcel Luske, “L’Olandese Volante”, dovrebbe sfidare la Corte D’Appello di Amsterdam, nella speranza di riuscire a convincerli come Ola Amundsgard ha fatto in Norvegia.
… Forse qualcuno dovrebbe farlo anche in Italia, dite che funzionerebbe?