L’herocall al river con bottom pair per Alec Torelli

Nuova perla di Alec Torelli, fresca dalla sua rubrica “Hand Of The Day” dove il professionista di origini italiane analizza una mano fornendo ottimi punti di riflessione.

La domanda posta da Darrel riguarda un hero call al river con underpair ad un tavolo full ring $2/$5, Alec non si limita a rispondere al quesito dell’ultima street, ma ne approfitta per valutare anche alcune scelte prese nelle altre strade.

Preflop un ragazzo di circa 25 anni rilancia $10 da UTG, trovando il raise $30 da UTG+1, giocatore solido a quanto riportato dalla descrizione. Hero si trova sullo SB con 33 e decide di chiamare.

Torelli sostiene che questo sia uno standard fold preflop, in quanto tutti e quattro gli avversari in gioco sono circa 100x e non c’è molta possibilità di recuperare long term i 6bb (o più) investiti, inoltre l’Original Raiser potrebbe alzare ancora la posta, e noi siamo fuori posizione con ancora due avversari in gioco.

Insomma chiamare qui è una perdita di soldi, visto che a volte dovremmo passare senza nemmeno vedere il flop, e molte altre pur vedendo il flop non riusciremo ad aggiudicarci la mano.

Chiamano anche BB e UTG, il flop è J78, che è uno dei peggiori: niente set ed è difficilissimo che nessun altro abbia hittato questo board, allo stesso modo sarà difficilissimo per noi riuscire a vincere questa mano. Insomma non c’è altra possibilità che il check-fold.

Quattro check al flop e si vede il turn 7, sul quale Hero punta $85. Il parere di Torelli non è positivo: con questa mossa non rappresentiamo molto, al massimo una coppia di Jack, o qualche strano 7, come 7-8s o 6-7s, potremmo avere full con J-J o 8-8, o qualche Q-Q giocata tricky preflop, ma raramente avremo range di bluff. Questo significa che i nostri avversari tenderanno a chiamare con mani sicuramente valide.

La domanda che dobbiamo porci ora è: il nostro bluff andrà a buon fine abbastanza spesso da giustificare la move, considerando quel board e tre giocatori in corsa? E se qualcuno chiamasse riusciremmo a bluffare anche al river? La risposta è ovviamente negativa.

Chiama solo UTG, river T. Alec as played punterebbe ancora proseguendo il bluff cominciato la strada prima, fermo restando che non gli piace molto come situazione. Hero invece sceglie di checkare per chiamare la bet pot dell’avversario.

A questo punto Alec va sul matematico e stima un range di bet dell’avversario composto da A-Q+ come range di bluff e J-J, 8-8, 7-7, 8-7s, T-T, 9-9 come mani di valore. Contro questo range una pocket pair di 3-3 gioca al 65%, più che sufficienti dovendo vincere il 33% delle volte per pot-odds.

Ma quanto spesso il nostro avversario va in floating al turn senza nemmeno una coppia o un draw mentre puntiamo contro quattro giocatori?

La risposta è raramente. Il giocatore medio prenderà questa strada al massimo il 15% delle volte, e non dobbiamo cercare di giustificare una nostra action modificando il suo range a nostro piacimento. Riduciamo allora le combo di bluff a 4 e lasciamo invariate le mani di valore: la nostra equity scende a meno del 20%.

In questo caso quindi rielaborando tutte le informazioni in nostro possesso, viene fuori che questo call ha valore atteso negativo… poco importa che in questo spot oppo girerà AQ perdendo la mano.