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il 3 Mag 2016

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Dan Colman: “Busquet è stato un fratello, mi ha insegnato molto, ma non è mai stato un coach!”

Dan Colman: “Busquet è stato un fratello, mi ha insegnato molto, ma non è mai stato un coach!”

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Sono passati quasi due anni da quel Super High Roller EPT rimasto nella storia per l’Heads-Up conclusivo tra il forte Olivier Busquet e Dan Colman, uomo dei record del 2014.

Perché abbiamo detto “rimasto nella storia”? Intanto per l’abbigliamento politicizzato dei due, che sono scesi in campo con due magliette che recitavano “Save Gaza” e “Free Palestine”, ma soprattutto per la tecnica sopraffina dei due giocatori.

Sia Busquet che Colman sono infatti due specialisti del testa a testa, due tra i più forti in circolazione, curiosamente amici nella vita come nel poker.

A proposito di “vita e poker” dei due, forse abbiamo commesso un errore ai tempi, quando scrivemmo che Colman era un ex-allievo di Busquet, visto che da una recente chiacchierata di Dan al famoso podcast di Joe Ingram sembra che non sia proprio così.

Colman anzi ha voluto rimarcare che Olivier non è mai stato il suo coach, almeno non nel poker; è nella vita che il Newyorkese è stato un punto di riferimento per Colman, tanto da considerarlo come un fratello maggiore.

A poker, sì, Busquet ha dato una mano economica a Colman quando era alle prime armi, ma non ha nemmeno mai rinunciato a mandarlo broke ai tavoli da poker, ad esempio quando Colman shottava i Sit HU high stakes totalmente fuori bankroll.

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È in questo modo, con delle belle batoste ai tavoli da gioco, che Busquet ha insegnato qualcosa a Colman. Dopo un po’ di tempo sono diventati amici e hanno preso la decisione di non scontrarsi più ai tavoli.

Sì, la loro amicizia e la comune passione per gli HU poteva trarre in inganno, ma Dan ha sempre avuto un debole per questa disciplina, perché rapida e dai tempi ben definiti (al contrario dei MTT) e Colman ama concentrarsi su un unico avversario, la presenza di più giocatori lo distrae.

Inoltre l’Heads-Up è stato secondo Dan un elemento fondamentale per diventare un giocatore competitivo anche nel live poiché affrontare costantemente i più forti reg HU insegna ad ottenere un’ottima lettura dei range avversari, skill essenziale nel poker dal vivo.

Un altro fattore che lo ha sensibilmente migliorato è stato il suo gioco super-LAG, grazie al quale -trovandosi coinvolto in tutti gli spot possibili da incontrare- ha acquisito molta esperienza in meno tempo.

I 25 milioni milioni di dollari vinti live sembrano dare più che ragione ai suoi metodi. Però non vi consigliamo di shottare il NL1.000 giocando il 100% delle mani!

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