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Alla Camera si discute la legge europea sulle vincite nei casinò: siamo finalmente alla stretta finale?
L’articolo 6 della legge europea 2015 è finalmente giunto nell’aula della Camera dei Deputati dopo un lungo e complesso percorso.
L’esame definitivo della legge dovrebbe, una volta per tutte, chiudere il capitolo dell’inchiesta ‘All in’ del fisco italiano e tranquillizzare tutti i nostri connazionali impegnati nei casinò italiani ed europei.
Si discute infatti delle vincite ottenute nei casinò del territorio UE e della tassazione dalla quale dovrebbero essere esentate definitivamente.
Il relatore Paolo Tancredi dell’Area Popolare (AP) ha detto chiaramente in aula: “L’articolo 6, in materia di tassazione delle vincite da gioco, dà esecuzione alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 22 ottobre 2014, accogliendo i rilievi su cui si fonda il caso EU Pilot 5571/13/Taxu.
La disposizione prevede che le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate in Italia o negli altri Stati membri dell’Unione europea o nello spazio economico europeo non concorrono a formare il reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo d’imposta“.
La norma necessita di una copertura finanziaria che dovrebbe essere ricavata dall’inalzamento dell’aliquota IVA dal 4 al 10% sulle preparazioni alimentari a base di riso.
Non mancano però ancora i pareri contrari. Il relatore di minoranza, Gianluca Pini (nella foto sotto) della Lega Nord, in un lungo intervento ha esposto le sue perplessità:
“Il combinato disposto degli articoli 6 e 22 presenta dei rilevanti profili di criticità: estendere l’esenzione tributaria per vincite corrisposte da case da gioco autorizzate situate fuori dall’Italia in uno dei membri dell’Unione europea o dello spazio economico europeo rappresenta notoriamente l’ennesimo paradosso di questa Europa delle banche e dei poteri forti che ben si sposa con la logica del nostro esecutivo in carica.
La giustificazione dell’Unione europea e del Governo, come sempre, viene rintracciata in una sentenza della Corte di giustizia, in questo caso nella sentenza del 22 ottobre 2014 che ha condannato la normativa italiana per il diverso trattamento tributario più sfavorevole riservato alle vincite da gioco ottenute fuori dall’Italia.
Sarebbe certamente stato eticamente più corretto e politicamente più responsabile agire in maniera esattamente contraria tassando le vincite, piuttosto che innalzare aliquota IVA sulle cessioni dei ‘preparati per risotto’.
Al contrario, il principio della libera circolazione dei servizi viene preso a giustificazione di una scelta politica che invece di remare contro le case da gioco e a tutte le problematiche sociali a queste connesse, le incentiva, facendo ovviamente ricadere gli oneri sulla collettività.
Abbiamo presentato un emendamento volto a modificare la copertura dell’articolo 6 prevedendo un’aumento del prelievo erariale unico (Preu) sugli apparecchi da intrattenimento (new slot e videolottery)“.
Anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle non sembrano molto felici di un eventuale approvazione della legge.
I giocatori di poker del nostro Paese invece non vedono l’ora che questa telenovela giunga al termine, dopo la sentenza Blanco-Fabretti che sembrava aver chiarito ogni dubbio in merito.