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Reg Identikit – Raffaele Castro: “Dopo le WSOP mi sento pronto a salire di livello. Anche Mizrachi tra i miei maestri…”
Le WSOP appena concluse non sono state splendide per la truppa italiana.
Fatta eccezione per Alessandro Borsa, migliore degli azzurri a Vegas quest’anno, Max Pescatori e il suo filotto di ITM/Final Table, e qualche altro risultato notevole, i giocatori italiani non hanno lasciato un segno rilevante nella 47ª edizione delle World Series.
Uno che invece si è particolarmente distinto è Raffaele Castro, che alla sua prima trasferta a Vegas comincia subito con un Final Table all’evento #63 da $1.000 e poi spadroneggiando al Day 2 Main Event WSOP, nel quale è stato addirittura chipleader.
La sua corsa al Main è finita purtroppo solo in 627ª posizione, comunque ITM per $18.714, che alla prima avventura schifo sicuramente non fanno!
Abbiamo contattato Raffaele per farci raccontare un po’ di lui e di questa cavalcata a Vegas.
“È stata una splendida esperienza! Ho fatto un tavolo finale sui due primi tornei che ho giocato, ITM al Main e anche per un attimo chipleader… Alla fine penso di essere stato uno dei pochi a non aver fatto un ‘bagno di sangue’! Certo, la fortuna è stata essenziale, però ho visto che c’era comunque gente che mi tifava, chissà forse hanno visto che non sono solo fortunato ma qualcosa dentro ho…”
Facciamo un passo indietro e vediamo come è arrivata la decisione di volare verso la sin city:
“Ero partito con Cortellazzi e Rocci, il programma prevedeva solo l’evento da $1.000 e il Main Event, nulla di speciale. Poi ci siamo schierati anche al tag team e ho giocato un satellite per il Main, che poi ho vinto risparmiando qualche dollaro di buy in. È la prima volta che vado a Vegas perché ho il terrore di volare… al ritorno c’è stata una turbolenza, mi sono addirittura fatto addormentare [ride]. Per ora non so se il prossimo anno tornerò a Vegas, adesso ho in programma Saint Vincent e Barcellona, vorrei alzare il mio livello di gioco a IPT ed EPT per vedere se sono davvero pronto.”
Vediamo un po’ come nasce il Castro poker player. La strada possiamo dire che fosse già segnata…
Il padre è proprietario di un albergo a Lugano nel quale alloggiano molti giocatori per gli eventi nei casinò locali, e da ex giocatore di backgammon il passo è stato breve:
“Molti player amici dormono nel nostro albergo di famiglia, l’Hotel Besso, quando ci sono eventi importanti a Campione. Spesso ci sono Giuseppe Ruocco, Andrea Cortellazzi che è il mio compagno di trasferte, o giocatori che finiscono alle 4 del mattino e non hanno voglia di tornare a Milano. Si fermano da noi, si chiacchiera un po’ e si gioca a Poker Cinese dai telefonini. In origine ero un giocatore di backgammon, ero molto forte, andavo spesso a premi con mio padre. Poi ho visto che molti giocatori si sono spostati sul poker e mi sono lasciato incuriosire: ho iniziato a guardare un po’ l’ambiente, ho provato a giocare in qualche circolo e mi piazzavo quasi sempre. Mi sono detto: ‘perché non provare?’ ed eccomi qua! Gioco da due anni seriamente, ma 5 o 6 in zona Campione. Quest’anno però proverò a fare tutti gli eventi live di PokerStars.”
Il ventinovenne di Lugano non ha solo il poker nel cuore, ma lentamente sta prendendo sempre più spazio nella sua vita. E sembra che continuerà così, grazie anche ad un’iniezione di fiducia dovuta alle recenti WSOP:
“Gioco anche a calcio, serie A di calcio a 7. Prima avevo una ditta di sicurezza, ora solo calcio e poker, e nel mio futuro sempre calcio e poker… e ogni tanto in hotel da papà! Mi sento abbastanza pronto dopo questa trasferta: ho avuto Doug Polk, uno dei giocatori più forti al mondo, al tavolo al Main e l’ho mandato a casa, e al $1.000 avrei potuto fare di più se non avessi perso quel colpo contro Dunst su flop T-9-8 io J-J, lui A-J,turn e river A – A.”
Per giocare seriamente da soli due anni Raffaele può vantare già una buona esperienza sul campo, e non di meno ottimi (ma davvero ottimi) maestri e amici con cui confrontarsi e imparare…
“Per crescere come giocatore ascolto i più grandi di me: il buon Carlo Savinelli è un mio maestro, e a volte ancora Michael Mizrachi che è amico della mia ragazza! Quando ero a Vegas mi dava delle dritte su come giocavano gli avversari, e ha detto che gli piace come gioco!”