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il 27 Lug 2016

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Muhamet Perati e una sessione cash game da 31 ore: “Mi fa male il cu*o!”

Muhamet Perati e una sessione cash game da 31 ore: “Mi fa male il cu*o!”

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Sono finite le World Series of Poker e tutti gli italiani sono tornati in patria… oh wait!

Muhamet “Mario” Perati, che ci ha abituati già da tempo ai suoi lunghi viaggi a base di poker e divertimento, non ha ancora lasciato Las Vegas: in compagnia di alcuni amici è rimasto nello stato del Nevada prontissimo ad aggredire i tavoli cash game, che in periodo post-WSOP continuano comunque a essere molto frequentati a tutti i livelli.

Due giorni fa, in particolare, “supermet” si è seduto a una partita cash tra le più divertenti di tutta Vegas: i tavoli 5$/10$ del Bellagio, intenzionato ad affrontare una sessione bella lunga… e così è stato, dato che si è alzato dalla sedia soltanto trentuno ore dopo quando tutti i tavoli del Bellagio hanno chiuso i battenti per mancanza di giocatori!

Non è il primo italiano che si lancia in questo tipo di maratone ai tavoli di Vegas: sempre al Bellagio ma alla partita 20$/40$ due anni fa Dario Sammartino aveva accumulato più di trenta ore consecutive in una sessione. Dario, però, quella volta aveva perso, mentre Mario ha chiuso la sessione-fiume in attivo!

Dopo il meritato riposo abbiamo contattato Mario per una breve chiacchierata, ecco cosa ci ha raccontato direttamente da Sin City.

IPC: Ciao Met, raccontaci qualcosa della tua sessione da 31 ore!

Perati: C’è poco da raccontare… a parte il male al culo!

IPC: [pensando che “male al culo” fosse una metafora per indicare una sessione “dolorosa” in termini monetari] Ma quindi hai perso? Come mai sei rimasto più di trenta ore al tavolo nonostante il bilancio negativo?

Perati: No, non hai capito, non ho perso. Mi fa fisicamente male il culo dopo essere stato seduto 31 ore sulla sedia del Bellagio!

IPC: La domanda rimane la stessa: come mai, nonostante la scomodità, hai deciso di rimanere così a lungo al tavolo?

Perati: Non c’è un motivo particolare, non mi sentivo meglio di altre sere, il field di avversari che ho incontrato non era migliore di altre volte. Anzi ho cambiato spesso tavolo quando alcuni si rompevano o ricomponevano, e spesso siamo stati a giocare totalmente “full reg” senza giocatori amatoriali. Insomma, non era una caccia ai fish.

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IPC: Altri regular che conoscevi già?

Perati: Per alcune ore al tavolo con me c’è stato anche Davide Andreoni. Un giocatore che rispetto molto anche se la sua vera specialità sono le bocce.

IPC: (risate)

Perati: Non sto scherzando, mi avrà vinto più di mille euro a bocce. Poi però glieli ho ripresi al tavolo.

IPC: Non abbiamo ancora capito qual è stato il motivo per cui hai deciso di rimanere al tavolo per tutte queste ore.

Perati: In queste lunghe ore – a volte mi cadeva la testa dal sonno – il sostegno di un’amica è stato determinante. La sua importantissima amicizia mi ha fatto tornare nuova voglia di giocare e rimettermi in competizione: è una grande persona.

IPC: Sei già pronto a rimetterti al tavolo?

Perati: Sono già al tavolo, sto giocando in questo momento! Siamo rimasti a Vegas più a lungo delle WSOP per giocare, visto che in questo periodo in Europa non c’è quasi nulla a livello pokeristico. Poi per me sono gli ultimi giorni di gioco, ne torno a casa per stare un po’ tranquillo con amici e famiglia.

 

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