Guida all’overbet: quando, come e contro chi è il caso di puntare forte!

Vi trovate al river con top set, ma l’ultima carta del board ha chiuso possibili progetti di scala e di colore.

Il vostro avversario che ha check-callato le vostre c-bet al flop e al turn, tanka un po’ ed infine esce puntando con una size più alta di quella del pot.

Con questa overbet oppo vi ha messo davanti ad una scelta difficile.

L’overbet è una mossa non canonica ma che ogni buon giocatore dovrebbe avere nel proprio arsenale. Il rischio però è quello di usarla nei momenti sbagliati e perdere così ingenti pot.

PokerNews accorre in aiuto spiegando quando e in che circostanze è il caso di alzare la barra del raise:

Overbet per ostacolare i draw

Ipotizziamo di avere K-K su board 9K3 T. Sospettiamo che il nostro avversario possa avere un draw di colore, fiori o quadri, e/o un gutshot che spera in un magico river. L’overbet potrebbe essere una buona strategia per rendergli le pot odds contrarie.

Se il pot è di 7.500 per esempio e noi scegliamo di puntare 7.500 (l’overbet può essere intesa anche come una bet superiore a quella comune, come un raise 10x preflop), diamo al nostro avversario pot odds di 2:1 che gli consentirebbero un call soltanto con almeno il 33% di equity. Se avesse combo-draw avrebbe solo 10 out equivalenti al 23% di possibilità di vittoria, e la scelta corretta per lui dovrebbe essere il fold.

Overbet per valore

Questa è presumibilmente il motivo più frequente per cui si overbetta. Fingiamo di essere l’avversario della mano dell’esempio precedente, e di aver chiuso il nut flush al river. Overbettare può massimizzare il valore estraibile dalla mano, anche se come effetto collaterale può spaventare gli avversari e portarli al fold, facendovi perdere soldi long term.

L’overbet per valore funziona se abbiamo la ragionevole certezza che il nostro avversario abbia un ottimo punto in mano, ma non sufficiente a batterci, ad esempio sapendo che nello spot dell’esempio oppo ha K-K l’overbet diventa una buona idea.

L’action dovrebbe farvi intendere grosso modo il valore della mano avversaria, e in rapporto a quello deciderete se sarà il caso di valuebettare piccolo o overbettare.

Overbet in bluff

Ovviamente l’overbet più rischiosa di tutte, perché le volte che andrà male perderete un pot di dimensioni davvero importanti. Potrebbe essere però profittevole in alcuni casi, ad esempio in certe fasi di un torneo dove gli avversari hanno la tendenza a foldare mani di valore per preservare il loro stack.

Come ogni bluff è importante che stiate raccontando una storia credibile, che convinca il vostro avversario che potete avere un punto superiore al suo, ma può bastare anche capire che il vostro avversario ha un punto di medio valore. Spesso questa mossa fallisce perché l’avversario ha esattamente il punto che cercate di rappresentare.

Attenzione ad utilizzare questa mossa ai microlimiti, dove molti giocatori non pensano in termini di size ma in termini di valore del denaro nella vita quotidiana, e potrebbero chiamare una bet di €3 su un pot di €0,30 senza preoccuparsi troppo.

Overbet basata sull’avversario

A proposito di low stakes, spesso si affrontano avversari che non badano alle nostre size o alle nostre frequenze. Contro questi giocatori sarà più saggio overbettare esclusivamente -o quasi- per valore.

Altri giocatori potrebbero essere più inclini a chiamare un’overbet. “Perché così tanto?” si domandano, e si convincono che noi vogliamo soltanto estrometterli dal colpo. Viene da sé che in questi casi potremo overbettare con un range di valore più elevato.

Per quanto riguarda l’overbet in bluff bisogna fare attenzione a quanto chiusi sono i nostri avversari, in certi casi alzare un po’ la size di un bluff può fare la differenza tra un call e il fold che stiamo cercando.