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il 18 Ott 2016

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Phil Hellmuth ultima l’autobiografia dopo 20 anni: “Un racconto su come avere successo nella vita”

Phil Hellmuth ultima l’autobiografia dopo 20 anni: “Un racconto su come avere successo nella vita”

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Sul titolo non deve avere avuto troppi dubbi.

In questi giorni, Phil Hellmuth ha ultimato la sua autobiografia. “The Poker Brat” racconta la storia del 14 volte braccialettato partendo dagli antipodi, dai tempi della high school, quando il poker non era nemmeno lontanamente nella sua testa.

Nel presentare il suo libro ai colleghi di Poker News, Phil ha rivelato qualche indiscrezione su ciò che vi ha impresso sopra:

“E’ un libro che parla di positività, di come sia possibile raggiungere grandi obiettivi pur avendo avuto un adolescenza problematica. Questo libro parla della mia trasformazione dai tempi in cui ero uno ‘zimbello’ alla high school al diventare l’uomo con più braccialetti al mondo. Tutti coloro che leggeranno ‘The Poker Brat’ spero riescano a cogliere il processo di sviluppo e di formazione della mia persona e i sacrifici che ho fatto per diventare quello che sono oggi”.

Il libro, che verrà pubblicato nei primi mesi del 2017, non è stato scritto esattamente ‘di getto’. Phil iniziò la stesura nel 1993 (!):

“Avevo scritto circa 70.000 parole. Ma sentivo che mancava qualcosa. E in fondo ero ancora giovane. Sono serviti più di 20 anni per scriverne altre 20.000 e ottenere il prodotto che desideravo. In questa ultima parte ho ovviamente parlato tanto del come sia riuscito a restare sul tetto del poker mondiale, di quanto sia tosta mantenere un determinato livello di gioco. Un gioco vincente, che non ho mai stravolto, ma riadattato in funzione dei tempi…”

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Nell’ultimo capitolo del libro, “The poker BraG” (refuso voluto) non ha nascosto la propria soddisfazione per aver centrato titoli WSOP anche nelle varianti:

“Tutti ne hanno sempre cercata una pur di screditarmi. Continuavo a vincere braccialetti e dicevano che ero capace di farlo solamente a Hold’em. Ovviamente questa cosa mi ha puntellato l’orgoglio e dopo essere andato più volte vicino a vincere degli eventi di Omaha, nel 2012 e nel 2015 ho vinto 12° e 14° braccialetto nel Razz. E non solo li ho vinti, ma ho anche dimostrato di meritarli: oggi mi sento il miglior giocatore al mondo in MTT Razz.”

Sobrio, no grazie. Fedele alla sua natura, Hellmuth conclude la sua presentazione parlando a ruota libera su presente e futuro:

“Nel 2015, pur vincendo il 14° braccialetto sono stato particolarmente sfortunato. In questo 2016 ho fatto una decina di eventi a inizio anno che mi hanno portato via diverse energie e sono arrivato alle WSOP piuttosto scarico. Pur centrando tre ITM e un final table quelle di quest’anno sono state WSOP molto deludenti, anzi, direi le peggiori di sempre. In compenso venivo dall’ottimo quarto posto da 1.600.000$ al Super High Roller Bowl, quindi non è stato un anno proprio da buttare. Pur volendo sempre il massimo ora riesco a ragionare da persona matura: a 20 anni tiltavo perché non ero pronto mentalmente, a 30 perché ero sopraffatto dal mio ego, a 50… beh, a 50 se gioco bene spero che le cose vadano bene. Ma riesco, o quantomeno provo, a farmene una ragione se tutto non va come previsto!”

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