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Frederik Jensen e la soul-read su Gianfranco Visalli all’EPT Malta: “Qualcosa nella sua testa ha fatto crack!”
Mai scherzare con Frederik Jensen.
Il vincitore del Main EPT Barcellona 2012, intervistato proprio la scorsa settimana in merito al tilt sfiorato nel Day 4 della tappa maltese, è uno che non si fa intimorire facilmente.
Ne sa qualcosa il nostro Gianfranco Visalli che nel corso del Main Event EPT di qualche settimana fa, nel quale si è trovato per lunghi tratti nelle parti alte del count, ha testato di persona le qualità del campione danese.
Lo spot che andiamo ad analizzare oggi si riferisce al Day 3 dell’ultimo European Poker Tour, una mano che ha dimezzato lo stack dell’azzurro facendo schizzare Jensen nella top 10 provvisoria.
Ci troviamo al livello 3.000/6.000, ante 1.000, con Visalli che apre da UTG con 7 7 a 13.000 e Jensen che 3-betta a 42.000 con 8 6 da UTG + 1.
Il flop 5 2 5 sorride a Gianfranco che check-raisa a 68.000 la bet di Jensen, il quale non molla la presa.
Al turn casca un 8 e Visalli decide di mettere ai resti il suo avversario, il quale entra in the tank per circa 10 minuti, salvo poi mettere le chip al centro e girare le carte.
Il river, un 3 consegna un mega pot al danese, mentre Visalli sprofonda nel count trovando l’eliminazione poche mani dopo.
Abbiamo avuto il piacere di contattare i due protagonisti dell’action, chiedendo loro i rispettivi thinking process: ecco cosa ci hanno risposto.
Gianfranco Visalli: “Era la seconda volta che 3-bettava in 4 mani. Alla prima ho passato coppia di Sei, alla seconda ho deciso di chiamare. Il flop era abbastanza dry e decido di check-raisare con l’intenzione di foldare su un eventuale rilancio, ma lui si limita a chiamare quasi istantaneamente. A quel punto penso che nel suo range ci siano mani come A-K A-Q che cercano di migliorare nelle street successive piuttosto che coppie forti, con le quali penso faccia un’altro tipo di action o per lo meno ci pensi su un po’ più a lungo. Il mio plan era quello di metterlo all-in su qualsiasi turn tranne Asso o Kappa. Probabilmente avrei shovato anche su una Dama, fattostà che esce un 8 e lo metto ai resti. Lui prova a prendere qualche informazione e io gli rispondo che con 8-9 suited sarebbe stato dietro, nel tentativo di dissimulare il valore reale della mia mano.”
Frederik Jensen: “Non avevo 3-bettato tanto nel corso della giornata, ma ho scelto di 3-bettare due volte nella stessa orbita per mostrare più forza rispetto al valore della mia mano. Ovviamente il piano è quello di 3-bet foldare e ho deciso di farla su di lui perché mi era parso piuttosto indeciso sul da farsi prima di aprire. Al flop non prendo nulla se non un backdoor flush, ma c-betto ugualmente perché il mio percepito era davvero forte in quello spot. Nel momento stesso in cui rilancia penso che non lo stia facendo con una mano molto forte e non credo che giochi così una coppia media, come appunto i Sei o i Sette. Penso piuttosto che nella maggior parte dei casi giochi in quel modo un bluff qualsiasi, come accaduto qualche mano prima nella quale aveva fatto qualcosa di molto simile per poi muckare al river contro una mano debole dell’avversario. Insomma, ho pensato che fosse piuttosto ‘splashy’ nel postflop e decido di floatare, quando poi al turn casca la mia ho la sensazione di poter essere avanti. Lui mi mette ai resti a quel punto cerco di carpire qualche informazione domandandogli: ‘Se ti dicessi che quell’Otto ha migliorato la mia mano mi crederesti?‘ In quell’istante ho percepito un leggero ‘crack’ nella sua testa e ho continuato dicendogli: ‘magari hai qualcosa con A-3 o A-4…‘ Al che lui risponde in questo modo: ‘ti posso garantire che non potrei mostare né un Asso ne tantomento un 3 o un 4‘ e stavolta penso sia onesto nella sua affermazione. Ma perché ammettere una cosa del genere se avesse voluto ricevere un call?”
E voi cosa ne pensate della mano giocata da Jensen e Visalli? Scriveteci le vostre opinioni sulla Fanpage!