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il 28 Nov 2016

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Brian Hastings lascia il poker? “Sono capace di fare di più, non solo dominare il gioco e vincere soldi agli altri”

Brian Hastings lascia il poker? “Sono capace di fare di più, non solo dominare il gioco e vincere soldi agli altri”

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Che si tratti di un bluff o di altro solo il tempo sarà in grado di dircelo.

Di certo c’è solo un articolo sul suo blog personale, in cui Brian Hastings, 28enne professionista statunitense, scrive che abbandonerà il poker, o meglio, concentrerà le proprie energie (e denari) su altro.

La sua carriera partì lanciatissima ormai diversi anni fa, quando in una sessione di heads-up 500$/1000$ di pot limit omaha brasò il conto gioco di un certo ‘Isildur1’, vincendo 4.200.000 dollari in appena quattro ore di gioco quando era ancora studente di college.

Aveva 21 anni e festeggiò con qualche drink con i coinquilini, come se avesse vinto un banale torneo online.

Messa da parte quella gioia, il cielo sopra di lui si fece nuvoloso: tramite un amico acquisì un database di mani giocate da Blom, al fine di analizzarne lo stile e arrivare, dunque, preparato alla battaglia.

Tale pratica violava il regolamento di Full Tilt Poker, tanto che il suo amico – colui che gli aveva procurato il malloppo – perse per un mese lo status di ‘Red Pro’.

La comunità cominciò a parlare male di lui, mettendolo chiaramente in cattiva luce. Limitò così le sue presenze online e si concentrò sulla laurea. Tornato dai genitori, un bel giorno loggandosi su Full Tilt scoprì il ‘Black Friday’.

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Spese del tempo nel poker live, poi scelse Vancouver – perché con uno stile di vita simile agli States – come sua base per tornare a grindare online. Se le cose ai tavoli andavano bene, lo stesso non poteva dire del resto: gli mancavano amici, famiglia e la sua vita di sempre.

Tornato a casa, ma senza la possibilità di fare soldi online, cadde in depressione e per rialzarsi, su consiglio di amici, andò in Florida: si riprese e si dedicò ancora una volta al poker live, tra cash game e tornei dai 1.000 ai 10.000 dollari. A distanza di tempo, però, lo spettro della depressione fece nuovamente capolino.

Allora si trasferì a Chigago per seguire più da vicino un progetto su cui aveva investito, ma di fatto non aveva un ruolo concreto. Tornò a giocare su siti americani e un amico conosciuto là gli disse che avrebbe potuto giocare su PokerStars dalla Florida con un account che non avrebbe lasciato alcuna traccia. Debole mentalmente, Hastings accettò sapendo di star sbagliando e commise un altro errore.

Gli psicologi dissero lui che avrebbe dovuto allontanarsi dal poker per tornare a star bene, ma per Brian non era una decisione semplice da prendere.

Nel 2014 conobbe l’attuale compagna e, anche grazie a lei, Hastings col tempo si è convinto di poter far bene anche fuori dal tavolo: “Con lei ho realizzato che sono brillante e che sono capace di fare grandi cose, piuttosto che primeggiare nel poker e vincere soldi alla gente…”.

Adesso le sue energie, dunque, sono concentrate su ‘UniTea’, azienda il cui core-business è il thé ma della quale, sinceramente, per il momento si capisce ben poco. Google, insomma, non c’è venuto troppo in aiuto…

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