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‘Timex’ e il lato oscuro dei Super High Roller: “In Australia incassai 1.900.000 dollari e me ne rimasero 12.000…”
Inutile nasconderlo, uno degli aspetti che ci affascina maggiormente del poker live sono i tornei super high roller, quelli con montepremi milionari e buy-in pazzeschi, che vanno dai 50.000 dollari a un milione.
Ci immaginiamo cosa provino i giocatori a prendervi parte e pensiamo a cosa potremmo fare avendo in pochi giorni un conto in banca ‘gonfiato’ da uno dei premi da capogiro.
Ok i businessman, ma a sedere a questi tavoli da sogno ci sono anche player poco più che ventenni che possono contare su bankroll che, con un lavoro usuale, mai otterrebbero, neppure vivendo più di un’esistenza.
La domanda ricorrente è: ma è tutta farina del loro sacco? Beh, non proprio.
Ha raccontato la sua storia in un podcast di Poker Central – emittente che sta trasmettendo appunto il Super High Roller Bowl da 300.000$ – Mike ‘Timex’ McDonald, stimatissimo professionista canadese che da tanti anni è sulla cresta dell’onda.
Nel 2014 prese parte nel contesto dell’Aussie Millions al torneo da 250.000 dollari australiani, vendendo ben l’84% in quote e tenendo per sé appena il 16%.
Venne eliminato e decise di iscriversi nuovamente, spinto dagli investitori, vendendo stavolta l’88% in quote.
Anche il secondo ‘bullet’ andò male, così ci provò una terza volta vendendo il 90% in quote e tenendo per sé il 10%.
Le cose finalmente andarono bene e si arrese al terzo posto incassando 1.900.000 dollari australiani ($1.701.808), venne superato solo da Phil Ivey e Isaac Haxton.
Alla fine dei conti però rimasero a Mike appena 12.000 dollari australiani, poiché vendette delle quote extra e scambiò l’1% con un altro giocatore.
E’ chiaro che è impossibile fare i conti in tasca ai professionisti, ma probabilmente non è tutto oro quel che luccica…