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il 16 Giu 2017

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Salomon Ponte, bannato da 30 casinò, chiede invano di poter giocare il Main WSOP: “Sono sobrio da un mese”

Salomon Ponte, bannato da 30 casinò, chiede invano di poter giocare il Main WSOP: “Sono sobrio da un mese”

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Avete mai sentito parlare del player canadese Salomon Ponte?

Lo scorso anno è stato capace di vincere 344mila dollari a un evento del WPT, ma il suo nome è legato soprattutto a episodi poco piacevoli e innumerevoli ban.

Ponte infatti sul proprio profilo Twitter ‘Hashtagking1990’ quasi si vanta di essere stato bannato da 30 casinò e per 26 volte su Twitter!

Recentemente è stato protagonista in negativo in una puntata della popolare trasmissione ‘Poker Night in America‘, durante la quale ha mostrato il suo lato peggiore insultando pesantemente Shaun Deeb (a la povera moglie di Deeb).

In quel caso Ponte è stato cacciato dal casinò e ha documentato il fatto sul suo canale YouTube ‘HashTag King’, dove potete trovare chicche come questa:

 

 

Tra i tanti casinò dai quali Ponte è stato bannato ci sono anche quelli della Caesars. Questo significa chiaramente che Ponte non può giocare le WSOP!

In passato però a vari giocatori è stato revocato il ban dalle World Series. Forse per questo motivo Ponte ha provato nei giorni scorsi a chiedere una seconda chance…

Ha chiesto la grazia con una mail indirizzata Thomas Flynn nella quale scriveva: “Potete rivedere il mio caso? Voglio davvero giocare il Main Event. So di essere stato cortese con un impiegato al desk, per questo sono stato bannato.

Ma volevo informarvi che per un mese intero sono stato ‘sobrio’ e mi sono impegnato a risolvere i miei problemi di gambling. Ho imparato a controllare le mie emozioni quando perdo soldi. Chiedete a Matt Glantz, produttore di Poker Night in America. Non ho infranto una sola delle sue regole“.

 

 

La richiesta disperata di Ponte ha avuto, come prevedibile, scarso successo. Gli ha risposto direttamente Seth Palansky con una lunga mail.

Palansky spiega a Ponte di non avere nulla di personale contro di lui. Anzi, gli spiega per filo e per segno perché non può farlo giocare il Main Event:

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Apprezziamo il fatto che tu ci abbia contattato, ma purtroppo non potrai giocare il Main Event di questa edizione per diversi motivi.

Per prima cosa c’è da considerare il timing della tua richiesta. Non è passato abbastanza tempo dal ban deciso dalla Caesars nei tuoi confronti.

Come seconda cosa bisogna ricordare i tuoi ban negli altri casinò. Sappiamo cosa hai combinato da altre parti. Non sono sicuro che tu lo sappia, ma i casinò si passano informazioni. I tuoi comportamenti ripetuti dimostrano che non hai avuto un incidente isolato.

Ti consigliamo di chiedere aiuto. La cosa importante è che tu stia bene. Non devi farti male così come non devi danneggiare i nostri clienti e il nostro staff. Sei stato coinvolto in brutti episodi anche in questo 2017 e non possiamo correre rischi.

Il terzo motivo riguarda il gambling. Continua a farti aiutare. Ci sono esperti che possono fare al caso tuo. Non faremmo il tuo interesse se ti permettessimo di gamblare nelle nostre proprietà.

L’ultimo motivo ha a che fare con le tue campagne mediatiche. Sei libero di fare ciò che vuoi con i tuoi account sui social. Però continui ad incolpare gli altri, molestando i nostri esecutivi e le nostre compagnie.

Tu puoi invitare o tenere lontano chi vuoi da casa tua. Le proprietà Caesars possono fare la stessa cosa“.

 

 

Qualcuno dalla parte di Ponte c’è. Brandon Cantu per esempio fa i complimenti alle WSOP per la lettera molto professionale ed è solidale con Ponte, al quale dice: “Continua a riparare la tua immagine“.

Il vulcanico Ponte non sembra in verità molto preoccupato da tutti i provvedimenti presi contro di lui. Sembra intenzionato a portare avanti il suo personaggio con l’intento di animare un po’ il noioso ambiente del poker, come ha spiegato quando è stato ospite dello youtuber Joe Ingram.

Potrebbe addirittura uscirne fuori un libro dalla storia di Ponte…

 

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