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il 30 Giu 2017

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Charlie Carrel: la storia del giovane prodigio inglese del poker

Charlie Carrel: la storia del giovane prodigio inglese del poker

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É possibile, a soli 23 anni, essere contemporaneamente uno dei professionisti del poker sportivo più seguiti nel mondo, piazzarsi alla posizione numero 33 dei giocatori più vincenti della storia inglese, seguire con attenzione e cognizione di causa l’attualità e investire una buona parte dei guadagni in beneficenza? Si lo è. Se ti chiami Charlie Carrel.

La passione per le carte di questo giovane inglese nasce dalle prime partite di Texas Hold’em con gli amici. Scopertosi particolarmente portato, Carrel decide di iscriversi a PokerStars. Risultato? Primo deposito, prima iscrizione a un torneo nella Poker Room della Picca Rossa e prima vittoria. Un’impresa che lo motiverà ancora di più e che metterà le basi a una luminosa carriera.

Nel giro di pochi anni il giovane Carrel si fa conoscere in tutto il mondo per gli straordinari successi sia live che online. La prima vittoria in carriera è datata 2014 ed è il primo posto nel Main Event dello UK Poker Tour. Il 6 maggio 2015 la seconda, nell’High Roller 8 Handed di Montecarlo. Le prime due di un percorso che lo vedrà, in soli 3 anni, collezionare un side event EPT a Malta, un altro High Roller, questa volta a Dublino, un primo posto nell’ 8Max No Limit Hold’em sempre a Montecarlo, un secondo al PokerStars Championship delle Bahamas nel 2017, oltre a innumerevoli piazzamenti nei primi 5 negli appuntamenti mondiali più importanti.

Quello che più stupisce di Carrel è la grande maturità. Le idee sono molto chiare: continuare a crescere come professionista, iscriversi all’università e utilizzare una parte dei guadagni per investimenti futuri. Una maturità e una voglia di restare con i piedi per terra che emerge in ogni sua dichiarazione, nonostante il look sempre bizzarro e variopinto con cui si presenta ai vari tavoli mondiali.

“Vivo negli hotel in giro per il mondo, gioco a poker per vivere. Non mi descriverei però come un giocatore di poker perché altri miei interessi hanno molta più importanza del poker nella mia vita – ha dichiarato Carell in una delle più recenti interviste. Sono interessato all’etica, ai dibattiti, alla filosofia, all’economia. Passo molto tempo con la gente hippie e imparo dalle loro prospettive”.

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Riuscire a separare le emozioni dalla logica e giocare razionalmente: un’abilità che distingue i buoni giocatori dai campioni. Risponde così Carell quando viene interrogato sul segreto del suo successo. Un’abilità di rimanere lucidi davvero sorprendente in un giocatore così giovane e che, unita al background matematico e alla curiosità personale, spiega molto bene i risultati ottenuti.

Appassionato sia di musica classica che di Heavy Metal, il ventitreenne inglese è già proiettato in un futuro in cui il poker sarà solo un divertente passatempo e non un’occupazione a tempo pieno. Dopo aver salutato i casinò di tutto il mondo potremo imbatterci in un Carrel impegnato nel mondo accademico come storico o come psicoterapista: storia, psicologia e medicina sono tra i suoi principali interessi.

Una figura che fa bene all’intero movimento pokeristico internazionale. Solo così è possibile definire un ragazzo che a 23 anni ha già ottenuto molto di più di quello che i professionisti sognano nell’arco di una carriera e che nonostante tutto riesce a mantenere i piedi ben saldi per terra e a vivere il poker sportivo nel modo giusto: studio, applicazione, sport e divertimento.

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