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Polk analizza il cooler tra Blumstein e Hesp al Main WSOP: “Giocato male ma comunque imparabile”
Questa notte al tavolo finale del Main Event WSOP si è giocata una mano importantissima tra due big stack!
Il pro statunitense Scott Blumstein e l’amatore inglese John Hesp sono infatti finiti ai resti un in un cooler pazzesco durante il Day 8.
Hesp si è ritrovato a fare un push discutibile con A-10 (e lo 0% di probabilità di vittoria) su un board A-7-5-10. Blumstein ha snappato con A-A.
Considerando che in mezzo al tavolo sono finite più del 40% delle chips in gioco a otto left, la mano merita decisamente un approfondimento!
Chi meglio di Doug Polk potrebbe venire in nostro aiuto? Ricordiamo che Polk al momento è il giocatore che ha vinto di più in queste Series agli sgoccioli anche se inevitabilmente tra poche ore verrà superato.
Polk ha pubblicato sul suo seguitissimo canale YouTube un video nel quale analizza insieme a Joe Ingram diverse mani del tavolo finale del Main Event WSOP.
La più interessante è sicuramente quella accennata in precedenza. Ecco l’action e l’analisi di Polk. I bui sono 500.000/1.000.000. Blumstein (con circa 80 milioni di stack) apre a 2.200.000 da UTG con AA e Hesp (con circa 100 milioni) chiama da BB con A10. Fin qui tutto standard.
Il flop è A75. Nessuno punta. Polk commenta: “Non un buon flop per John. Il check di Scott è ottimo perché con A-A blockera un sacco di belle mani. Fa bene a far pescare qualche carta al suo avversario“.
Il turn è un 10 e qui si scatena l’action! Polk ci scherza su: “Il poker non è truccato ma non è nemmeno giusto“. Ingram è d’accordo: “Hesp è davvero sfortunato a incrociare una mano del genere con l’altro chip leader del tavolo. Forse però poteva evitare di finire ai resti“.
Polk prosegue: “Hesp al turn ha varie opzioni. Può puntare fuori posizione oppure può mettersi in check/raise o in check/call“.
Hesp opta per il check/raise, visto che risponde con 7.000.000 alla puntata di 3.000.000 di Blumstein. Polk avverte: “I principianti devono notare che questo raise è troppo piccolo. Sarebbe stato diverso fare 9 o 10 milioni.
Lo spot per Scott è difficile perché le probabilità che anche l’avversario abbia una bella mano sono scarse. Può avere solo un set più basso.
Con un board del genere, senza draw pericolosi, al posto di Scott farei solo call. In questo modo mi aspetto di fronteggiare al river un’altra puntata da 7 milioni“.
Blumstein invece controrilancia a 17 milioni. “A questo punto John deve solo chiamare. Scott sta dicendo che ha almeno A-10. Le sue mani più probabili sono 10-10 o A-A trappati. Più raramente 5-5 o 7-7.
Non vedo ragione per andare ulteriormente sopra. C’è solo un progetto di scala che può far paura. La mano resta un cooler ma pushare al turn è davvero una pessima scelta“.
L’amatore Hesp tuttavia mette ai resti Blumstein che snappa con il top set nuts. Nel piatto finiscono oltre 150 milioni di chips (oltre 150 bui) e il 3 al river è completamente inutile.
Polk fa due conti e fa notare che nel piatto ci sono il 42% di tutte le chips del torneo a 8 left!
Polk chiude così: “Sicuramente qualcuno sosterrà che in uno spot del genere non esiste il bluff e che si deve passare ad un certo punto, mentre altri sosterranno che è un cooler imparabile.
Io non ragiono così. Io avrei chiamato la 3bet al turn e rivalutato al river con quali mani chiamare. Con 6-7 per esempio avrei foldato di sicuro perché non blockero niente.
Con A-10 blockeriamo gli assi e i dieci, splittando contro un altro A-10. Per questo è quasi impossibile foldare. Più problematica sarebbe stata la mano con A-7“.