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Erion Islamay spiega come impostare correttamente l’hud
L’hud (heads-up display, mostra le statistiche proprie e degli avversari in game grazie a software come Holdem Manager e PokerTracker, ndr) può essere molto utile durante la sessione di gioco, per questo motivo va impostato correttamente, e modificato e aggiornato se il field lo richiede.
Se non si ha confidenza con l’hud, consiglio di cominciare ad adoperarlo fin da subito. All’inizio sarà bene usare pochi numeri per prendere dimestichezza, ma con l’esperienza sarà poi possibile gestire una mole di informazioni sempre maggiore per avere la massima resa dal software gestionale.
L’impatto visivo del proprio hud è il primo punto sul quale bisogna lavorare e può far risparmiare del tempo quando si è in-game.
Bisogna cercare quindi di sfruttare i colori in modo da individuare subito il dato che ci interessa. Col tempo saremo in grado di capire subito dall’hud che tipo di giocatore stiamo fronteggiando e quali sono i suoi punti deboli.
I vantaggi di utilizzare colori differenti possono essere riassunti facilmente:
1) A ogni numero si può associare un diverso colore.
2) Gruppi di statistiche correlate possono avere lo stesso colore per una visualizzazione più immediata, in modo tale da distinguerli dai numeri vicini. Basterà quindi il colore a differenziare le categorie di informazioni e non serviranno lettere. Guadagneremo molto più spazio.
3) Si possono impostare soglie oltre le quali, un certo numero cambia colore, per evidenziare rapidamente comportamenti fuori dal normale.
Una volta impostati i colori, bisogna cercare di suddividere i dati per categorie. In questo modo sapremo subito dove guardare a seconda di dove ci troviamo nello spot che stiamo giocando.
Ma quali sono i dati più importanti che dovremmo sempre avere in primo piano sul nostro hud?
Inanzitutto, possiamo decidere di avere quanti dati desideriamo, ma non tutti sono ugualmente utili. Inoltre, più numeri siamo costretti a maneggiare più c’è il rischio di fare confusione. Per questo motivo bisogna trovare il compromesso ideale, che risponda meglio alle proprie esigenze.
Ci sono dei dati che però non possono mancare assolutamente. Ci sono numeri che possono fare la differenza in molte situazioni e che forse non tenevamo in considerazione fino a questo momento. Un buon hud che si rispetti deve avere almeno le seguenti informazioni:
HANDS
La statistica più importante è il numero delle mani giocate, ossia il numero di mani in cui sono state distribuite le carte a un certo giocatore quando noi eravamo presenti al tavolo. Come ogni altra statistica, il numero delle mani giocate non è semplicemente relativo alla sessione in corso, ma a ogni mano da noi giocata utilizzando il software gestionale.
Il numero di mani è fondamentale per capire la misura dell’affidabilità delle informazioni che abbiamo su un giocatore. Se contro un avversario abbiamo giocato solo tre mani, sapere cosa ha fatto non è di alcun aiuto. Viceversa, dopo aver giocato migliaia di mani con lui, l’attendibilità delle statistiche diventa enorme.
VPIP e PFR
Il VPIP indica quante volte si sono messi dei soldi nel piatto senza che fossimo forzati a farlo (non sono considerati i soldi dei bui), mentre il PFR indica il numero di volte in cui abbiamo rilanciato preflop come nostra prima azione. Non importa se sia un open raise, una 3bet o altro.
Queste due statistiche vanno sempre lette insieme e sono quelle che definiscono, a livello di base, lo stile di un giocatore. Inoltre il gap tra VPIP e PFR, chiamato spread, indica la tendenza a chiamare i rilanci preflop, dandoci la possibilità di stimare il range teorico col quale l’avversario si presenta al flop.
Però, in molti commettono l’errore di accontentarsi solamente dell’idea generale che questi dati forniscono senza scendere nel dettaglio: nel vostro hud deve assolutamente esserci il PFR BY POSITION che a mio parere e molto più utile del PFR generico.
Per capire l’importanza di questo dato, proviamo ad esaminare il PFR da bottone di due giocatori che hanno PFR generico di 18 e guardiamo le differenze. È fondamentale sapere quanto un giocatore apre da UTG, BTN, SB nella stima dei suoi range, in questo modo avremo la possibilità di scovare subito quali sono i suoi leak e le sue tendenze nel preflop.
Quindi una riga intera del nostro hud deve essere composta da cinque numeri che indichino l’apertura a seconda della posizione, e deve essere facilmente individuabile. Infine consiglio di creare un pop up su questa riga dove mettere il VPIP BY POSITION in modo tale da dedurre lo spread in un determinato spot, quando ne avremo bisogno.
3BET, FOLD-VS-3BET, CBET3BETpot, FOLD-VS-CBET3BETpot, 4BET-range
La 3BET indica quante volte un giocatore effettua un rilancio preflop quando un altro giocatore ha già aperto, mentre il FOLD-VS-3BET indica quanto spesso un giocatore passa dopo avere aperto e aver subìto una 3bet.
Non ha senso spendere parole sull’importanza di queste informazioni e sul perché debbano essere in primo piano sull’hud, ma consiglio di creare due rispettivi pop up che contengano le 3BET e FOLD-VS-3BET a seconda della posizione.
Sono informazioni che possono servirci in molti spot, e dobbiamo avere la possibilità di accedervi facilmente quando siamo in-game. CBET3BETpot e FOLD-VS-CBET3BETpot misurano il comportamento di un giocatore sul flop in un piatto 3bettato: il primo dato indica quante sono le volte in percentuale in cui va in cbet dopo aver 3bettato preflop, il secondo indica quante volte l’avversario folda alle nostre cbet in un nostro 3bettato.
Queste informazioni ci permettono di notare subito se ci sono leak come un’alta percentuale di cbet (soprattutto se rapportata ad una 3bet maggiore di 8), permettendoci di comportarci di conseguenza, oppure se esiste un range di floating e valore marginale con il quale l’avversario chiama la nostra cbet (è il caso di un basso FOLD-VS-CBET3BETpot relazionato a un basso FOLD-VS-3BET).
Sono dati che è necessario visualizzare soprattutto nel preflop quando si sceglie se chiamare una 3bet o prima di 3bettare un giocatore. Rendiamoci conto però che, essendo statistiche molto selettive, non sono affidabili senza almeno 10k mani fatte con quell’avversario.
Il 4BET-range indica quanto è ampio il range di 4bet di un giocatore. È molto utile e infatti è da preferire alla sola percentuale di 4bet.
Per capire se il dato di 4bet-range sia alto o basso, dobbiamo avere presente che il range composto da [Q-Q+, A-K] rappresenta il 2,6%. Di conseguenza, giocatori che hanno un 4bet-range notevolmente superiore a 2,6 hanno anche un ampio range di bluff o non hanno capito bene le dinamiche preflop e tendono a fare overplay con mani con cui è più standard limitarsi al call alla 3bet. Anche qui consiglio di sviluppare un pop up nel quale inserire il 4BET-range per posizione e dati che possono servirci ma che non ci interessa mettere nell’hud (squeeze, 5Bet%, etc).
FlopCBET, CALL-VS-FlopCBET, RAISE-VS-FlopCBET
Misurano il comportamento di un giocatore sul flop in piatti raisati semplici. Diventano informazioni rappresentative dalle 5-6k mani in su.
Non c’è alcun motivo di negarsi la possibilità di visualizzare subito quant’è la frequenza di cbet che stiamo fronteggiando in un determinato spot, in modo tale da rispondere in modo adeguato. Queste informazioni ci permettono di stimare il calling-range e soppratutto il raising-range del nostro avversario, permettendoci di modificare il nostro value-range contro quel determinato avversario.
L’errore che però i grinder fanno è quello di sottovalutare l’importanza della posizione in queste statistiche: ci sono notevoli differenze tra il FlopCBET-IP e il FlopCBET-OOP e nel range di raise alla nostra cbet a seconda se l’avversario è ip o oop. Ed è opportuno che poter visualizzare queste differenze sul proprio hud, magari modificando i colori dei dati a seconda della posizione.
TurnCBET, FOLD-VS-TurnCBET, RiverCBET, FOLD-VS-RiverCBET
La TurnCBET misura quante volte un giocatore effettua una puntata sul turn dopo che la sua cbet sul flop è stata chiamata. La RiverCBET fa lo stesso per la puntata sul river dopo che anche la cbet al turn è stata vista.
Occasioni per fare una cbet al turn (e a maggior ragione una al river) non capitano frequentemente; questi numeri cominciano a prendere corpo soltanto quando avremo almeno 15-20k mani con l’avversario.
Sono dati che non possiamo trascurare nel nostro hud, in quanto se relazionati alla FlopCBET, ci danno un’idea generale di quanto l’avversario sia propenso a puntare sulle street successive. Sapremo quante volte tenderà ad arrendersi o aggredirci al turn e al river, e queste informazioni ci permetteranno di puntare o chiamare con maggior consapevolezza. Anche qui, ovviamente, è importante sapere come differiscono le informazioni a seconda della posizione.
Queste sono le informazioni che un hud dovrebbe darci per definirsi utile. Nessuno vieta di espandere l’hud e modificarlo a piacimento, ma dobbiamo renderci conto che molti dati necessitano di un numero enorme di mani per risultare affidabili, e non è detto che durante questo tempo il nostro avversario non abbia aggiustato il suo modo di giocare rendendo il dato molto impreciso.
In conclusione, non bisogna permettere all’hud di fare il lavoro al nostro posto, ma dobbiamo essere noi a utilizzare questo strumento quando ha senso farlo, come un suggerimento, non un “diktat”.
Inizialmente, le nostre qualità correranno di pari passo con l’hud, ma quando le cose si faranno complesse saranno le competenze, la percezione del flow, la dedizione a fare la differenza, non il RAISE-VS-TurnCBET-4BETpot-IP.
Erion Islamay
Tratto da Poker Sportivo n. 83, marzo 2014