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Timofey ‘Trueteller’ Kuznetsov: “Il poker non è un gioco di carte. Adoro il rischio, lo gestisco meglio degli altri”
Ci sono delle vere e proprie leggende viventi del poker che solitamente se ne stanno all’ombra, lontano dai riflettori.
È il caso del russo Timofey Kuznetsov, uno che online ha fatto i milioni con il nickname ‘Trueteller‘ sfidando i migliori giocatori al mondo.
Ecco perché una sua intervista concessa al canale YouTube della scuola di Paul Phua ha suscitato non poco interesse tra gli appassionati!
Kuznetsov per qualche minuto ha parlato a ruota libera della sua carriera e della sua concezione del poker, regalando qualche chicca interessante.
La rara intervista inizia con la classica domanda sugli inizi pokeristici. Ecco cosa risponde Kuznetsov: “Vivevo a Mosca quando ho scoperto il poker. Un mio amico ha iniziato a giocare e a vincere, così ho deciso di iniziare anche io.
Mi sono appassionato fin da subito. Giocavo tantissimo. All’inizio le cose non andavano benissimo ma poi ho cominciato a vincere e a divertirmi. Mi piace ancora oggi giocare gli high stakes“.
Kuznetsov spiega poi come ha migliorato il suo gioco negli anni: “Sono migliorato semplicemente giocando tantissimo. Pensavo tantissimo alle mie scelte negli spot.
Penso che il miglior modo per migliorare sia appunto giocare concentrati, riflettendo su ogni piccola azione che si compie e su quello che porta.
Bisogna indovinare quello che pensa l’avversario durante le mani, quello che lui può pensare su di te e cose così. Il poker per me è un gioco in cui si gioca con gli avversari, non con le carte“.
Kuznetsov dice poi cosa avrebbe fatto nella vita senza il poker: “La mia vita sarebbe comunque collegata con il rischio.
Mi sarei dedicato al trading o a qualcosa di simile. Riesco ad apprezzare la tensione generata dal rischio. Penso di gestirla meglio rispetto ad altre persone“.
Impossibile dargli torto, osservando il suo grafico degli high stakes che si trova sul sito specializzato highstakesdb…
Quali sono i suoi obiettivi pokerstici? “Per me è stimolante combattere le mie paure. Star seduto lì e shovare in bluff, con il cuore che ti batte e l’avversario che ti osserva. Cerchi di nascondere le tue emozioni o almeno di controllarle“.
A sorpresa Kuznetsov spiega di non essere solo un grinder da tastiera: “Mi piacciono sia l’online che il live. Il live è più rilassante, più divertente e ti permette di parlare con gli altri. C’è molto metagame e molta psicologia. La mia location preferita è Macao. Online però si giocano più mani e quindi l’online è più divertente in un altro senso“.
Chiudiamo con la particolare definizione che dà Kuznetsov del metagame? “Difficile da descrivere. Per esempio ci può essere un giocatore che è un po’ short per la partita, quindi io so cosa pensa ad inizio mano. So che non penserà tanto alle giocate quanto a come giustificarle davanti ai suoi investitori.
Sapendo tutto ciò si ha edge maggiore contro qualcuno. Una mano si gioca nel migliore dei modi se sappiamo cosa passa nella testa dell’avversario. Le carte non sono la cosa più importante“.
Cliccate sul video qui sotto se volete sentire tutte queste parole pronunciate direttamente dalla bocca del diretto interessato Timofey Kuznetsov: