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Dario Alioto dieci anni dopo il suo braccialetto WSOPE: “Memorabile, è ora di vincere il secondo”
Tariamo la nostra macchina del tempo e torniamo indietro al settembre del 2007.
All’inizio di quel mese Beppe Grillo promuoveva il primo V-Day, morivano Luciano Pavarotti e Gigi Sabani, si dimetteva il primo ministro giapponese Shinzo Abe.
In mezzo a questi eventi importanti, il siciliano Dario Alioto vinceva a Londra il suo primo (e finora unico) braccialetto WSOP!
Si giocava infatti nella capitale inglese la prima e storica edizione delle WSOP Europe. Alioto si impose tra 156 entries in un evento di Pot Limit Omaha da £5.250 di buy-in, incassando un primo premio da £234.390.
Chi si ricorda ancora di quello shippo? Sicuramente il vincitore. Lo abbiamo contattato dieci anni dopo e abbiamo scorperto che conserva un’ottima memoria di quel periodo:
“Il torneo londinese di Omaha era praticamente full reg. C’erano tutti i nomi del poker, non riesco a pensare ad un singolo giocatore famoso di quel periodo che non fosse presente.
Essendo la prima edizione delle WSOPE vennero tutti gli americani. Adesso non si scomodano più per venire oltreoceano, hanno abbastanza tornei dalle loro parti.
Solo dopo anni mi sono reso conto quanta visibilità internazionale mi diede quella vittoria. Fu il primo torneo di Omaha in Europa di quelle dimensioni e prestigio, c’era immensa curiosità intorno alla manifestazione.
La successiva vittoria di Annette mise la ciliegina sulla torta rendendola forse l’edizione più memorabile delle WSOPE in dieci anni.
Riguardando indietro in questi giorni ho ricordato con piacere che il mio è stato il 7° braccialetto in assoluto vinto da un europeo e sono stato anche il più giovane di essi, giusto per pochi giorni; poi vinse Annette!
Al final table diedi spettacolo e arrivarono attestati di stima come se piovessero dai miei avversari. Tony G (terzo classificato) nell’intervista di fine torneo mi definì il miglior giocatore di Omaha con cui avesse mai giocato. Detto da uno che non ama fare complimenti, valeva doppio“.
Dario si lancia per noi in un riassunto pokeristico (e non solo) di questa decade trascorsa: “Dopo la vittoria del braccialetto tornai a cimentarmi nel cash game, principalmente online. Giocavo da nove mesi il 10-20 ed ero a quasi metà strada per fare level up. Dopo il braccialetto lo feci e vinsi 200k in tre mesi.
Giocando 25-50 lì capii per la prima volta che non era come l’avevo immaginata. Avevo appena vinto un braccialetto, preceduto da 5-6 mesi di ottime vincite e seguito da altri tre mesi ottimi, eppure durante questo periodo post-braccialetto mi rendevo conto che tutto ciò non era normale.
Stavo vincendo troppo! Il problema è che mi ero abituato, quindi se per un giorno non vincevo almeno 5k stavo male e rendendomi conto che questa cosa era assurda mi deprimevo, sapendo che le cose potevano solo peggiorare sotto quel punto di vista. Se vincere non ti dà più soddisfazione cosa può succedere quando ti gira male?
Come se ci fosse un doomswitch, quando divenni Red Pro la fortuna mi girò le spale, fui il primo in italia a postare grafici con la linea dell’ EV e fui anche il primo a smettere di postarli. Mi resi conto velocemente che non aveva senso soffrire due volte, non solo al momento della sessione sfortunata, ma anche al momento in cui andavo a rivedere i relativi grafici!
Quindi decisi di smettere di usare software per calcolare l’EV definitivamente quando raggiunsi 500k sotto EV all’inizio del 2009. Postai alcuni grafici nel frattempo.
Proprio in quel periodo cominciò il boom del poker .it e fu un’ottimo piano B. Non me la sentivo di perdere ancora la salute in braccio alla varianza e avrei potuto monetizzare i sacrifici che avevo fatto per il poker senza necessariamente swingare 50k in un paio d’ore.
D’altronde era un’ottimo veicolo per sistemare le cose in famiglia, la sponsorizzazione rendeva tutti più tranquilli. Legittimava significativamente le mie scelte agli occhi di parenti e amici. Non era poco a quei tempi.
Per un paio d’anni mi dedicai ai sit and go, non essendoci altro a disposizione, praticamente senza studio, ma la rakeback da Team Pro aiutava parecchio.
Con l’arrivo del cash game mi misi subito giocare le partite più alte, 5-10 e 10-20 , il problema è che l’action non era sufficiente nella pokeroom dello sponsor e il 90% delle mani dovevo giocarle in heads up contro giocatori che potevano cambiare nick ogni giorno usando skin diverse, mentre questi giocavano sempre contro lo stesso nick, anzi contro me, nome e cognome! Non era certo l’ideale , in heads up può servire qualche ora di adjusting prima di avere edge significativa contro un avversario. Il problema è che raramente mi capitava di giocare con lo stesso nick per più di un paio d’ore al mese, poi se loro cambiano nick e tu sei sempre col tuo nome diventa veramente complicata da gestire.
Non sono mai stato uno specialista di heads up, ma non ho mai disdegnato di dare action nonostante i problemi menzionati, ma ricevendo poca action non riuscivo a fare la rake necessaria per rispettare il contratto con lo sponsor.
Ho avuto il contratto più alto d’Italia nel 2012, ma è stato possibile proprio rinunciando agli high stakes e puntando sui volumi gli ultimi tre mesi del 2011.
Inizialmente mi sono rivolto all’odiato Holdem, ho grindato un mese 1-2 e 2-5 riuscendo a fare profit, bella soddisfazione visto che l’ultima mano di cash NLHE online l’avevo giocata quasi sei anni prima !
Quel fine anno fu molto stressante ero indietro parecchio rispetto ai miei target contrattuali e mi trovai a dover aprire un numero spropositato di HU SNG dai 50 fino ai 250 sattando chiunque, anche i Top Reg nel NLHE contro i quali non potevo certo avere edge. Credo di essere stato fortunato, perché anche lì riuscii a non perdere !
Dopodiché sono tornato all’Omaha e ho deciso di aprire tutte le tipologie di tavoli disponibili 1-2 e 2-5 , per tutto il 2012 l’action è stata buona, poi è scemata drasticamente e pur di rakare sono stato costretto a scendere fino allo 0,25-0,50 da 50BB max !
Questi anni di grinding finalizzato alla produzione di rake fecero affievolire la mia passione per il poker, troppe ore di gioco, troppi tavoli, troppe decisioni da prendere in poco tempo, insomma non era più il poker che piaceva a me.
Nel frattempo avevo investito la maggior parte del roll in altri settori, non aveva senso tenere posteggiato un roll da high stakes quando fai fatica a far partire il PL 100.
D’altronde freerollavo tutti i tornei live di varianti in calendario , spese incluse, non avevo un briciolo di tempo per giocare cash live, quindi era la cosa giusta da fare.
Quando il mercato è collassato definitivamente spazzando via le sponsorizzazioni non avevo più entusiasmo per il gioco e ho preso una pausa dal poker giocato per dedicarmi ad altro.
Questa astinenza è durata meno di un anno in realtà, stare lontano dal gioco mi ha fatto tornare la voglia di dare il massimo al tavolo, ma con modalità diverse.
Ho imparato quanto è importante per me giocare solo quando ne ho veramente voglia e non viverlo esclusivamente come un lavoro, ma come una fonte di profitto.
Il fatto di avere investito in altri settori mi mette in condizione di giocare senza la necessità di vincere , non campo più di poker, mi è capitato di stare 7 mesi senza giocare nell’ultimo anno, senza impoverirmi.
Ho anche imparato a gestire meglio le spese, cosa difficile da attuare quando le tue entrate sono imprevedibili tendi a spendere sempre un po’ più di quello che dovresti.
Grazie a questo setup complessivo e altri accorgimenti mi sono dato la possibilità l’anno scorso di approdare alla Bobby’s Room del Bellagio e giocare partite come la 100-200-300-400 PLO e 400-800 Mixed Games ( 15-20 giochi Limit , PL e NL ) togliendomi delle grandi soddisfazioni , naturalmente shottando , ma quando non ci devi campare puoi farlo benissimo, avendo le skill“.
Dario ci ha parlato approfonditamente del suo amore duraturo per l’Omaha: “L‘Omaha si sta sviluppando parecchio in forma torneo online, ormai i palinsesti permettono di grindare MTT Omaha e gli Spin PLO sono una manna dal cielo. Purtroppo parliamo di .com , nel .it la situazione è impietosa , ma spero che le poker room si sveglino con la liquidità internazionale“.
Dario ci dà poi una grande notizia: al 90% sarà a Rozvadov a fine mese per le WSOPE 2017! “Per quanto riguarda il live, alle WSOPE ci sarà un programma niente male di Omaha e credo proprio che mi schiererò. Sarebbe ora di vincere un secondo braccialetto, è passato troppo tempo dall’ultimo; d’altronde mi aspetto un field abbastanza morbido.
Purtroppo gli organizzatori del PSC hanno deciso di boicottare totalmente le varianti al festival di Praga , ridicolizzando il palinsesto di Omaha. Scelta incomprensibile a mio parere, in controtendenza totale con le scelte che avevano fatto negli ultimi cinque anni; per me è un mistero assoluto.
Le varianti dell’ Omaha stesso, da sole rappresentano una fetta importante del poker giocato , soprattutto ad alti livelli, sono veramente in pochi , gli incoscienti che ancora lo snobbano“.
Chiudiamo con qualche battuta sul futuro di Dario: “Giocherò non più di cento giorni l’anno per i motivi che dicevo prima, poi farò molto coaching, è una maniera per sfruttare il mio bagaglio tecnico lontano dal tavolo e coltivare la mia passione per le varianti. Non vedo perché dovrei uscire dal settore in un futuro anche lontano. Il poker dà sensazioni uniche, da giocatore, da coach e da spettatore non credo che riuscirò mai a farne a meno!“.