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Cosa prevede per il gaming il Decreto Dignità?
Dopo le forti prese di posizione dei giorni scorsi, con il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio che aveva puntato il dito contro il poker online, anticipando che il Governo avrebbe affrontato il tema della pubblicità sul Gaming, siamo finalmente in grado di pubblicare le disposizioni del decreto Dignità che riguardano la pubblicità sul Gaming.
Secondo la bozza riportata da GiocoNews, “a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”.
Con l’approvazione del Decreto Dignità è dunque in arrivo un ban completo per la pubblicità anche in Internet, secondo le disposizioni del Disegno Di Legge presentato dai parlamentari del Movimento5Stelle Silvestri – Baroni, e prevede una sanzione minima di 50.000€ per i trasgressori.
Dal 1 gennaio 2019, inoltre, oltre che su tutti i media il divieto sarà attivo anche per tutti gli eventi e manifestazioni sportive e non.
Ecco il testo della bozza.
Bozza divieto di pubblicità sul gaming Decreto Dignità
1. Ai fini del rafforzamento della tutela del consumatore e per un più efficace contrasto al gioco d’azzardo e alla ludopatia, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet. Dal 1° gennaio 2019 il divieto di cui al presente comma si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata.
2. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 7, comma 6 del decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito con legge 8 novembre 2012, n. 189, l’inosservanza delle disposizioni di cui al comma 1, comporta a carico del committente, del proprietario del mezzo o del sito di diffusione o di destinazione e dell’organizzatore della manifestazione, evento o attività, ai sensi della legge 24 novembre 1981, n.689, l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria commisurata nella misura del 5 percento del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso non inferiore, per ogni violazione, ad un importo minimo di 50.000 euro.
3. L’Autorità competente alla contestazione ed all’irrogazione delle sanzioni di cui al presente articolo è l’Agenzia delle dogane e dei monopoli che vi provvede ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni.
4. I proventi delle sanzioni amministrative per le violazioni di cui al comma 1, compresi quelli derivanti da pagamento in misura ridotta ai sensi dell’articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, sono devoluti ad un apposito capitolo dello stato di previsione della spesa del Ministero della Salute per essere destinati al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico istituito ai sensi dell’articolo 1, comma 946 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (legge di stabilità 2016).
Il parere dei legali esperti del settore
Oggi abbiamo parlato con gli avvocati Giulio Coraggio e Vincenzo Giuffrè dello studio DLA Piper, che hanno ravvisato nel divieto assoluto di pubblicità sul gaming diverse infrazioni alla Costituzione Italiana e alle normative europee, oltre a denunciare la mancanza di coperture finanziarie: ecco cosa ci hanno detto i due legali.