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il 2 Ago 2018

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Sam Greenwood sulle piaghe degli High Roller: “Premiare chi arriva presto e punire le collusion”

Sam Greenwood sulle piaghe degli High Roller: “Premiare chi arriva presto e punire le collusion”

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Regolarmente ormai qualche illustre poker pro decide di rivelare alcuni retroscena sulla scena degli High Roller pokeristici, per soddisfare la curiosità degli appassionati.

Stavolta il compito tocca a Sam Greenwood, intercettato dai colleghi di PokerNews durante le recenti Triton Super High Roller Series di Jeju.

Sam, che in carriera vanta oltre 12 milioni vinti in tornei live e anche un braccialetto WSOP, al Main Event coreano si è piazzato 4° bustando tra l’altro il suo fratello gemello Luc in piena bolla!

Sam ha parlato dell’appuntamento sudcoreano, tornano su una questione che gli sta molto a cuore: l’orario dello start dei tornei e la tendenza di alcuni giocatori a ritardare le iscrizioni per studiare prima il field.

Forse vi ricorderete di quando Sam ha accusato duramente a gennaio i giocatori tedeschi, definendoli degli avvoltoi. Anche stavolta c’è stato qualche ritardo in alcuni tornei ma Sam non se l’è presa più di tanto

Il field qua era come me lo aspettavo. So che i giocatori ricreazionali in Asia si registrano tardi. In Europa la situazione è differente“.

 

 

Greenwood propone di introdurre più incentivi per chi si registra in orario: “Un metodo semplice è quello che usa l’Aria di Las Vegas, dove non paga rake chi arriva presto. Servono tokens o qualcosa del genere. Meno rake magari. Non penso solo ai miei interessi, ma a quelli di tutti. Con questi accorgimenti si creerebbero partite che ora nemmeno esistono.

Bisogna fare i conti comunque con i singoli tornei e la tolleranza di ognuno. Ciò per cui mi sono lamentato in Australia è un buon esempio. Là non si può pagare il buy-in online e per questo la gente si tiene stretta i soldi. I giocatori arrivano là con tutto quello che hanno a disposizione.

All’EPT puoi ricaricare invece con il tuo account online. Quindi sta agli operatori dei tornei prendere le decisioni migliori. In certi posti non ci sono problemi a far partire i tornei, in altri sì“.

Sam torna a parlare anche degli annosi problemi di collusion: “Quando iniziai a giocare a poker online, si capiva che i pro non volevano incrociarsi ai tavoli. A un certo punto però ti rendi conto che non è corretto per il tuo guadagno. Non è la cosa giusta egoisticamente o eticamente. Devi imparare a superarla e giocare contro tutti“.

Ovviamente la questione non è però così semplice: “Ci sono giornate in cui sei stanco magari per il jetlag e giochi meno aggressivo, 3bettando meno o giocando meno grossi piatti. È difficile distinguere questa cosa dal fatto di non voler giocare contro un amico o un fratello“.

Sam torna a parlare in particolare di un episodio controverso andato in onda questa estate al Venetian di Las Vegas, quando Foxen e la sua fidanzata hanno trionfato in coppia ai danni di Kahle Burns: “Penso che non avessero cattive intenzioni, ma alla fine hanno fatto una cosa sbagliata rubando soldi a Kahle. Ecco perché penso che sia importante rendere pubbliche queste discuzzioni. Bisogna almeno fare attenzione a quello che succede.

Io e mio fratello Luc non siamo mai stati accusati di nulla, ma se qualcuno indagasse in tutte le mani che abbiamo giocato contro online o live, di sicuro troverebbe qualcosa“.

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I gemelli Greenwood, come già detto, hanno giocato insieme anche alle Series di Jeju, dove si sono trovati a due seat attaccati e non si sono risparmiati. Eppure i due solitamente si scambiano quote, come fanno molti amici pro. Eccoci giunti a un altro punto spinoso:

In un torneo normale capisco facilmente se due giocatori si sono scambiati delle quote. Ma gli High Roller sono un po’ differenti. Ci sono molte più compravendite coinvolte. È difficile orientarsi e penso che la gente abbia il diritto di mantenere privati i propri affari.

È strano perché penso che sia giusto rendere tutto trasparente, ma anche che vada mantenuto il diritto alla privacy. Solo quando qualcosa appare così esplicito, penso che tu perda la tua privacy sulle finanze“.

Sam ritiene che certe questioni vadano affrontate dai giocatori e dallo staff dei tornei, anche se non è facile: “Il problema è che nessuno può conoscere con esattezza tutti gli swap. Quando c’è una sospetta collusion, comunque, il tournament director dovrebbe punire i giocatori. Non penso che i giocatori possano regolarsi da soli“.

Sam pensa che alcuni dei problemi degli High Roller si estendano a tutta la comunità del poker: “È pazzesco ma c’è gente come Men Nguyen che gioca ancora ovunque“. Si riferisce a certi comportamenti sopra le righe che Nguyen ha esibito recentemente al WPT.

Comunque sia, Sam aveva già giocato in passato le Triton Super High Roller Series e conta di frequentarle ora con più regolarità:

Spero di poter provare lo short deck, che tutti descrivono come un gioco molto divertente. La location di Jeju è carina e la room è fantastica. Penso che dallo streaming ci si renda conto di quanto è bello giocare qui. Certe room hanno una cattiva illuminazione. Non è questo il caso. Il cibo è buono. Mi piace“.

 

 

Sam spiega il suo approccio alle varianti: “Quando imparo un gioco nuovo, cerco di mantenere uno stile tight per capire meglio poi come comportarmi. Quando ti senti a tuo agio puoi provare nuove giocate“.

Chiudiamo con un ultimo auspicio di Sam che su Twitter scrive: “Tutti i tornei trasmessi in streaming dovrebbero offrire uno schermo anche al feature table. Il tavolo diventerebbe più divertente e non ci sarebbe più l’edge di chi è in grado di farsi raccontare le mani giocate da altri“.

 

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